Descrizione

BELLICUS è il primo lavoro a nome Novadeaf a vedere la luce dopo una pausa di quasi sette anni (l'ultimo album, CARNAVAL, è uscito nel 2015 per la Dreamingorilla Records). Questi sette anni, però, non sono passati invano visto che Federico Russo, cantante, songwriter e leader del progetto Novadeaf, li ha dedicati a esperienze molto formative come studiare “Musica per Immagini” presso il Conservatorio di Lucca, arrangiare e produrre brani per altri musicisti (tra cui il cantautore e amico Lorenzo Marianelli) e firmare jingle e colonne sonore per videogames. Così BELLICUS, che Federico ha interamente scritto e arrangiato nell'arco di due anni, rappresenta la testimonianza di una innegabile crescita autoriale, crescita che ha portato il progetto Novadeaf ad allontanarsi dalle sue origini alt-rock per abbracciare un pop raffinato e multiforme. Le idee melodiche si sono fatte più essenziali e incisive mentre al contempo gli arrangiamenti sono più articolati ed eclettici. L'elettronica, che prima decorava, adesso è spesso e volentieri protagonista, con beat inesorabili e guizzanti suoni sintetici. Parallelamente è stata data rilevanza anche agli arrangiamenti per archi, con inserti sempre più sontuosi ed emozionanti.
L'album è stato chiamato BELLICUS perché al centro di queste otto canzoni c'è il conflitto, componente problematica quanto imprescindibile della natura umana, come la situazione geopolitica mondiale non manca di ricordarci quotidianamente. Il conflitto viene qui esaminato in tutte le sue molteplici forme e sfumature, dal conflitto sociale a quello religioso fino alla violenza che spesso si accompagna a una ossessione e all'odio che talvolta nasce quando finisce l'amore.

TRACK BY TRACK nelle parole di Federico:
1) No reason to be kind: “Un pezzo dall'atmosfera minacciosa che racconta il conflitto etnico e sociale. Il testo risale all'estate del 2020 ed è ispirato al movimento #blacklivesmatter mentre musicalmente ho cercato di aggiornare a mio modo alcuni stilemi del primo hip-hop (il beat è modellato su “It's like that” dei Run DMC) e mescolarli con intrecci graffianti di archi.”
2) Martyrs: “È il pezzo più ballabile dell'album ma forse anche il più violento visto che qui mi sono ripromesso di denunciare quei casi in cui la religione diventa una mera scusa per lanciare campagne di odio verso i diversi e i più deboli. Tra i suoi riff incalzanti e i sentori di world music c'è un aperto atto d'accusa verso tutti i fanatismi religiosi. Il coro conclusivo consiste in una lunga lista di tutte quelle categorie che sono sempre il bersaglio preferito di ogni sedicente guerra santa. È un tema a me molto caro e che ho già esplorato in precedenza, per esempio nel brano “Man on fire” (vincitore nel 2012 del premio Amnesty “Canzoni per la libertà”) e nel più recente “Sterile”.
3) Four: “Questo brano è stato scelto come primo singolo estratto da BELLICUS e pubblicato ad aprile 2022. Trovo che col suo delicato mix di sonorità elettropop e orchestrali rappresenti un perfetto manifesto sonoro, una summa dell'intero album. Il testo ruba immagini alla Cabala ebraica per una specie di esercizio di numerologia tutto personale. 4 è il giorno del mio compleanno, questo è il mio quarto album e il numero 4 è, nella Cabala, quello associato alla sephira Chesed, la casa della misericordia e della compassione che ripara i danni dopo il conflitto. Un momento di pace prima di reimmergerci nella lotta.”
4) B.D.S.M. (Baby don't shoot me): “Lo scenario adesso si sposta dal pubblico al privato. Al contrario di quanto può sembrare dal titolo, non è una canzone sul sesso estremo ma narra l'ostilità nascente fra due persone che un tempo si amavano e che ora si ritrovano alle soglie dell'odio e stanno disperatamente cercando una scusa per tagliare definitivamente il loro legame. Musicalmente è forse il brano più complesso del disco. L'arrangiamento, infatti, è affollato di strumenti – una rock band, percussioni, synth, archi - e la sfida è stata quella di riuscire a mantenerli tutti in perfetto equilibrio. Credo di esserci riuscito.”
5) TLA: “Col suo pianoforte “spaziale” ispirato allo stile di Robert Miles e una ritmica afro-beat incessante questa canzone è il mio omaggio sentito e vitale al geniale scrittore milanese Tommaso Labranca (1962 - 2016), figura iconoclasta e libera che ha fatto dell'opposizione - e quindi del conflitto - la sua principale cifra stilistica. Mi ha cambiato la vita.”
6) Again and again: “Si ritorna ancora una volta al tema del conflitto fra due individui ma stavolta con una sfumatura in più poiché al centro della scena c'è una ossessione morbosa in cui erotismo, sottomissione e una sottile violenza sembrano inevitabilmente connessi, quasi inscindibili. Il brano ospita gli evocativi fiati del trombettista Mauro La Mancusa, membro del collettivo etno-jazz SuRealistas.
7) The Warchild: “Questa canzone è stata scelta come secondo singolo (pubblicato a Giugno 2022) semplicemente perché penso sia una delle cose più belle che abbia mai realizzato e ho voluto darle la massima visibilità possibile. È una delicata ballata per chitarra e trio d'archi che guarda al conflitto dal punto di vista delle vittime innocenti che finiscono “prese in mezzo”. Ma è anche una canzone sulla paura del futuro: i due protagonisti sono nascosti tra le macerie e sanno che presto le truppe nemiche verranno a prenderli ma preferiscono non pensarci, raggomitolarsi in un angolo, chiudere gli occhi e cantarsi una ninna nanna.”
8) No Quarter (Bellicus): “L'album si chiude con una pagina nerissima sul vuoto che rimane dopo che abbiamo lasciato libero sfogo ai nostri impulsi più distruttivi. Nel suo testo così come nelle sue sonorità ossessive e distorte ho cercato di concentrare tutto ciò che ho imparato della negatività che mi porto dentro, i fantasmi, la rabbia, i rancori, le nostalgie. Sono energie mortifere che consumano e che non permettono nessuna crescita. È un avvertimento, un mantra e una promessa che faccio a me stesso.”

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