Fiamma Fumana 1.0 1999 - Folk, Elettronica, Alternativo

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Non è forse casuale il fatto che oggi in Italia ci si trovi di fronte a prodotti del genere, considerato ormai il background che si è venuto a formare grazie a gruppi quali Modena City Ramblers, Mau Mau, Folkabbestia e Bandabardò (l'elenco potrebbe continuare ancora). Molti di voi potranno certo obiettare che i punti di contatto tra il terzetto protagonista della recensione e i quattro nomi suddetti non siano molti, ma ritengo probabile che un possibile fruitore della proposta targata Fiamma Fumana debba già avere un certo tipo di background musicale.

Chiariamo subito che il progetto non si riduce ad un'ennesima rielaborazione 'semplicistica' sul tema del folk, ma va decisamente oltre, raccogliendo tutti quegli input che provengono da ambienti musicali come il big-beat, il drum 'n' bass e la techno, meglio raccolti nel calderone dell'elettronica. È così ancor meno casuale che le note stampa relative al gruppo della scuderia Mescal parlino proprio di 'elettro-folk' quando devono indicare la strada battuta dal proprio 'cavallo'; ma c'è di più: l'esemplare è guidato da un fantino di razza, ovvero quell'Alberto Cottica, già membro in pianta stabile con i Ramblers modenesi.

Come già scritto, l'aspetto più interessante di 1.0 sta nella grande capacità di non ripetere formule già conosciute dal pubblico, recuperando invece le radici di certo folk irlandese innestando ritmi che viaggiano anche oltre ai 120 bpm (la title-track è abbastanza esemplare). Certo parlare di 'innesti' al giorno d'oggi può essere fuorviante, ma in questo caso le manipolazioni 'musicali' non riservano cattive sorprese. Penso sia veramente adeguato parlare di 'progetto', viste le prerogative che hanno spinto e animano i 3 musicisti: da Talvin Singh a Loreena McKennit, passando per Afro Celt Sound System e Nusrat Fateh Alì Khan, l'album è un concentrato di world music, in chiave pop/folk, che si fregia dei natali italiani.

A questo punto rimane l'incognita del mercato interno, ovvero se sarà ricettivo o meno nei confronti del prodotto; rimane il fatto che gli oltre tre quarti d'ora del disco sono godibilissimi: il singolo "Mareoceano" potrà servire come apripista, ma è nel resto degli 11 pezzi che bisogna scavare per scoprire ottimi spunti, partendo da "Hypnananna" fino a "Via del ritorno", senza dimenticare "Walking song" e "Incantata". Adesso aspettiamo di vedere quale potrà essere il futuro di questo progetto che, secondo il sottoscritto, può contare su un presente di solide basi (musicali e non) .

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La recensione 1.0 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-01-22 00:00:00

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