Simone Felici Worms 2025 - Psichedelia, Progressive, Jazz

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Nani, entità celesti a forma di giganteschi bebé metallici e prog rock contemporaneo: una combinazione folle, ma che alla fine della fiera funziona

Non so voi, ma dopo aver ascoltato Worms, il disco d’esordio di Simone Felici, non so se desiderare di più la sua straordinaria capacità di immaginazione o il numero di chi gli ha fornito quella (ottima) sostanza stupefacente capace di dare un boost così esplosivo alla sua fantasia.

Pubblicato dalla neonata Teletaù Records, la prima prova sulla lunga distanza dell'artista bolognese - già apparso su Rockit con i Dear Bongo nell'anti classifica dei migliori dischi del 2024 - prende infatti spunto da una serie di incredibili "sogni appuntati al risveglio e poi arrangiati insieme a Marco Verdecchia con l’intenzione di esplorare il mondo onirico". E no, non stiamo parlando delle solite fantasie notturne dove si sogna di volare o di rifare da capo gli esami di maturità. 

In questi suoi onirici viaggi, la mente di Felici è stata in grado di concepire Worms, un'entità cosmica "dalla forma metallica di testa di infante" nonché creatore del pianeta Niibs: un corpo celeste su cui domina una popolazione nana che, dopo averne completamente deforestato la superficie, schiavizza una bizzarra specie di animali quadrupedi. Addolorato da questa lotta di potere, Worms decide di mandare due ambasciatori sulla Terra. Il loro scopo è rapire un emissario - presumibilmente lo stesso Felici - in grado di salvare Niibs dal triste destino che lo attende. Una volta giunto sul pianeta, ormai trasformato in una landa desolata, l'inviato celeste osserva, con somma sorpresa, che gli animali sono riusciti a liberarsi dal giogo dei malvagi nani, schiavizzandoli a loro volta. Seduto in cima a una duna, contempla il deserto che si staglia davanti ai suoi occhi, ragionando sull'eterna spirale in cui ogni popolo che conquista la libertà sembra destinato a toglierla a qualcun altro.

Siete ancora con me? Molto bene. Perché le sorprese non sono ancora finite. Felici ha infatti deciso di musicare questo suo viaggione interstellare, a metà strada tra un romanzo del ciclo di Dune e un episodio di Futurama, senza nemmeno uno straccio di strofa o ritornello. Worms si compone di ben 18 tracce rigorosamente strumentali che esplorano varie sfumature del progressive rock, rivisto in chiave moderna grazie all'ausilio di strumenti sia analogici (basso e batteria) che digitali (synth e tape loops).

Il risultato è un disco denso e sfaccettato, fatto di tempi dispari e cambi di registro, frutto di un mix tra l'avanguardismo fusion degli Area (Celestial Body Worms e Planet Niibs), le sperimentazioni psichedeliche dei Soft Machine (Melanchonic Journey e Breakchain Echo) e persino la musica per videogiochi, che guarda a maestri come Kōji Kondō e Hirokazu Tanaka (Fat Cat Dwarves). 

A chiudere questo già variegato cocktail sonoro ci pensa il lato B di Worms, pensato dall'artista emiliano come una rivisitazione in chiave chiptune dell’intero disco, con tanto di intermezzi musicali che richiamano le presentazioni dei vari livelli di un videogioco (Stage 1, Stage 2, ecc.).

Con questo suo esordio discografico, Simone Felici mette in mostra la sua indubbia fantasia e volontà di uscire dagli schemi, proponendo un lavoro decisamente impegnativo che di certo merita più di un ascolto per essere compreso appieno. Ottima a tal proposito l'idea di accompagnare l'audiocassetta di Worms - giusto per restare fedeli al mood vintage videoludico del disco - con un libretto che spiega i vari brani.

Un album che, senza ombra di dubbio, rappresenta anche un ottimo canovaccio per eventuali performance dal vivo. Occasioni durante le quali, una volta concluso il concerto, in molti andranno da Felici per complimentarsi con lui per il primo disco e forse anche per chiedergli il numero del suo spacciatore di fiducia.

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La recensione Worms di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-09-01 00:00:00

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