Descrizione

Fiabe punk per combattere gli spiriti maligni. A.: “Ho cercato di fare un disco dell’anima, un disco che parli all’anima, che esplori i suoi paesaggi, intessuto dei suoi colori, in grado di risalire alle sorgenti della nostra energia, che ci permetta di recuperare i poteri magici e affrontare i demoni con un grido di esultanza. Ho registrato le voci di trenta amici nella mia minuscola camera, per creare il coro di gioia alla fine di We Are The Wild Things. Canzoni come Run e Behind Your Eyelids sono trasfigurazioni di momenti intimi, i tesori che ti porti dentro prima della battaglia. Shaman Punk descrive l’atto di guarigione vero e proprio. Nonostante possa apparire fantasiosa, il suo testo e la coda strumentale sono una descrizione oggettiva di un viaggio sciamanico. Song For A Stranger, in apertura, è come guardare il male negli occhi e sfidarlo. Nel secondo lato, There Was A Man e The Great Unknown parlano della resa, e di come nella resa possa nascondersi il trionfo. Chiudono due brani più concreti: I Kissed Alice, una mia vecchia canzone che ho tentato di riattraversare a piedi nudi, e I Don’t Wanna Die Young, uno sguardo sul mondo e quello che resta da fare, per finire col sorriso sulle labbra. Nel complesso il disco è la colonna sonora di quella che mi appare come un’intera stagione della vita, senz’altro la mia ma forse anche quella di altri, che potrei chiamare giovinezza.”

Credits

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