Top It 2018: i migliori 50 dischi dell'anno secondo Rockit (pagina 4)

Tra chitarre e autotune, 50 artisti che più di altri hanno saputo raccontare qualcosa, cambiare le carte e proporre qualcosa di diverso, nuovo, rilevante, per la musica Italiana ed importante.

grafiche di @beynot
grafiche di @beynot

  

 

#19
Nu Guinea - Nuova Napoli

NG Records

Nuova Napoli dei Nu Guinea è sicuramente la più grande novità made in Napoli del 2018: il sound del neapolitan power attraverso gli occhi di due partenopei trapiantati nella scena club di Berlino, raccolto in sette tracce a base? Di funk, jazz e soul cantato rigorosamente in napoletano e registrato con una big band che raccoglie il meglio dei musicisti della scena cittadina e sta già seminando sold out in giro per l’Italia e l’Europa. // Sergio Sciambra

 


 

  

 

#18
Guè Pequeno - Sinatra

Universal Music

Guè Pequeno è una garanzia, un vero e proprio brand: sappiamo cosa aspettarci ogni anno e non ne rimaniamo mai delusi. Beat on point, gran metriche e ottimi flow, probabilmente è il rapper più influente in Italia. Lucido, consapevole, sbruffone: "Tu giri con gente scema, che mena. Giro con gente anziana, che spara" è la barra che spiega tutte le differenze tra Guè e il resto della scena. // Raffaele Lauretti 

 


 

  

 

#17
Riccardo Sinigallia - Ciao cuore 
Sugar

Con “Ciao cuore” è come se Riccardo Sinigallia avesse sparato un tracciante in cielo, non tanto per indicare una via, ma più che altro per rendere particolare una serata di fine primavera. Già, perché se le canzoni di questo disco non parlano di grandi cose, scenari internazionali, ideali duraturi, parlano di cose tangibili: il senso di inadeguatezza, l’ansia certamente, ma anche quei cieli di fine primavera in cui, senza capire perché, un tracciante luminoso lascia la sua scia. // Mattia Nesto

 


 

  

 

#16
Ministri - Fidatevi

Woodworm

Sarebbe molto semplice vedere in “Fidatevi” la storia di chi non ha più vent’anni e si sente addosso il peso di una vita che ha perso lo slancio iniziale, di un futuro incerto e del bisogno di essere salvati prima della fine. Ma in “Fidatevi” questo rappresenta solo uno degli strati, e per questo forse è il disco più cupo e profondo dei Ministri. L’urlo di rabbia verso un mondo che non va sempre, o quasi mai, come vorremmo fa un passo indietro in favore di una problematizzazione maggiore delle miserie umane, gli uomini soli davanti alla faccia della vita diventano piccoli eroi. Un disco dentro cui lasciarsi cadere senza sapere come andrà, un'alba strana mentre qualcuno ti abbraccia perchè per una volta, forse, non serve dirsi nulla. // Vittorio Farachi

 


 

  

 

#15
Maria Antonietta - Deluderti

La Tempesta Dischi

Con un attessissimo ritorno, Maria Antonietta pubblica Deluderti. Se l'aspettativa era che questo disco non assomigliasse “a una linea di contorno”, ma che fosse pieno e tridimensionale, non è stata delusa. O forse il segreto sta proprio nel non averle e non crearle, troppe aspettative. In ogni caso, “nessuna delusione specifica”. Che cosa ha fatto Letizia Cesarini nei quattro anni che sono passati da “Sassi”? Ha studiato, ha lavorato, è cresciuta. // Letizia Bognanni

 


 

  

 

#14
Caso - Ad ogni buca

To lose la track

Sebbene tanti lo stiano scoprendo per queste bellissime canzoni, sono dieci anni che Caso fa dischi. E, incredibile, ogni suo nuovo disco è il suo miglior disco. Ancora una volta, dopo "Cervino", ho pensato che aveva tracciato il suo apice artistico, ma "Ad ogni buca" sta arrivando a molti con la sola arma della spontaneità. Spontaneità e sincerità che, in tanti cambiamenti, è l'unica cosa a cui Caso non ha mai e poi mai rinunciato. Merita di stare qui perché ci ricorda che non è vero per niente che tutti i cantautori devono giocare il campionato degli altri. Caso gioca solo la sua vita, senza personaggi, e vederlo crescere oltre la comfort zone della scena emo è come vedere l'Atalanta giocare in Europa. // Pietro Raimondi 

 


 

 

 

#13
Noyz Narcos - Enemy

Thaurus

"Sembro un libro bianco tutto da riempire / Sembra che ogni stronzo in questa merda non sa più che dire / Mo che gira tutto sotto la stessa bandiera / E non più mods, punk, graffitari: siete tutti uguali" si apre così l'ultimo disco di Noyz Narcos, vero protagonista della scena rap romana, disco d'oro dopo una settimana, e fin da subito uno dei dischi dell'anno. // Raffale Lauretti

 


 

  

 

#12
Achille Lauro - Pour l'amour

Epic Records

Cosa significa fare un disco per l’amore? E non ”per amore”, o “con amore”, ma per l’amore stesso.Un cuore preso, sbattuto e buttato nel frullatore con un pugno di glitter, mezzo litro d’acqua di mare e un bel po’ di ketamina. Con questo album è chiaro il confine entro cui si muovono lui e Boss Doms e fuori dal quale stanno gli altri. Questo confine loro lo chiamano samba trap. // Vittorio Farachi

 


 

 

 

 

#11
Salmo - Playlist

Sony Music

Salmo ne sa, è un professionista e da sempre conosce i trucchi per far parlare di sé – anche in un periodo non-lineare e complesso come quello che stiamo vivendo. Questo disco, "Playlist", è coerente con quello che è stato il suo viaggio per arrivare a questo punto: "Playlist" è un disco che sa di non esserlo, con momenti slegati tra loro: il tutto al servizio di un progetto più che acuto. // Raffaele Lauretti

 


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L'articolo Top It 2018: i migliori 50 dischi dell'anno secondo Rockit di Redazione è apparso su Rockit.it il 2018-12-14 15:20:00

COMMENTI (11)

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  • mickaneworderfan 5 anni fa Rispondi

    Una buona classifica, argomentata bene.. Per me primo Achille Lauro è secondo Cosmo

  • pons 5 anni fa Rispondi

    @Cuvie91 quest'anno è andata così

  • Cuvie91 5 anni fa Rispondi

    Ma perché per il 2018 nessuna classifica delle canzoni? :(
    La ascoltavo tutti gli anni trovando sempre un sacco di belle cosine che mi ero perso.

  • vieni127 5 anni fa Rispondi

    Colombre, Laszlo de Simone e Mimosa dove sono?

  • Shortdog 5 anni fa Rispondi

    Questa classifica mi lascia piuttosto perplesso e anche un pò deluso.Ho doverosamente ascoltato con pazienza una manciata di brani di ogni gruppo od artista elencati qui sopra,ma sinceramente parlando,a parte qualche brano di Calcutta che conoscevo già,non una sola melodia è riuscita ad imprimersi piacevolmente nella mia mente.Sarà sicuramente colpa delle mie orecchie arrugginite.Siate gentili.

  • psychonursing 5 anni fa Rispondi

    I Baustelle a metà classifica e Sfera al primo sono un insulto alla musica. Chi l’ha redatta, Young Signorino?

  • fabio.mugelli 5 anni fa Rispondi

    ....dimenticavo La Rappresentante di Lista. Disco Bellissimo!!!

  • fabio.mugelli 5 anni fa Rispondi

    inevitabilmente ne mancano tanti, tanto è vasto il nostro bellissimo panorama musicale e nonostante molti generi siano stati rappresentati. Aggiungerei Acini di Paolo Saporiti (un piccolo pregevole capolavoro). Si è distinto Setti, col suo ARTO e Gustavo - Dischi volanti per il gran finale ps in particolare quest'ultimo se non l'avete sentito siete ancora in tempo :)

  • gustavogustavi 5 anni fa Rispondi

    manca Stefano Ianne e il suo DUGA-3. E' come se non aveste scritto nulla......

  • mario.miano.39 6 anni fa Rispondi

    Le assenza di Maisie, di ortiche di Kerouac (ma anche Capibara, Lucia Manca, Bianco o Daniele Celona) ma soprattutto di go go diva de La Rappresentante di Lista che credo sia uscito appena dopo la pubblicazione.
    Fermo restando che Rockit propone una grande classifica ho comunque delle riserve e considerazioni:
    - nel 2018 con lo streaming che impazza, sono usciti grandi dischi in cui il livello di tutti i brani è mediamente altissimo come golden hour di Kacy Musgraves (sembra un greatest hits degli Eagles) o quello di Rosalia ed anche touche di Mesa. Per il resto grandi canzoni singole in album che non ritengo dei capolavori;
    - Calcutta e Sfera Ebbasta al primo posto sono comunque il punto più basso toccato da Rockit da quando lo conosco. Apprezzo molte cose di Sfera e reputo Charly Charles un genio ma rockstar non è il disco dell'anno, a meno che non lo si prenda a livello "era-definining" come vuole intendere Rockit ma siamo stanchi di questa nuova tendenza che porta Pitchfork a incensare per forza la nuova di Drake e inondarci di black music solo perchè i tempi non permettono di proporre la varietà di una volta (ma alla fine nei primi posti degli albums 2018 la black è assente e quindi forse è vero che il
    disco dei Carters non ha un niente di che).
    - O mettere per forza i Thegiornalisti anche se bassi e tanti solo perchè accadono ed è meglio includerli.
    - Ritengo che Rockit farebbe bene ad insistere con certe scelte anche se non danno risultati immediati: non ho ancora letto della nuova di Speranza, sirene e nulla de La Rappresentante di Lista che nel nuovo album hanno circa 5 canzoni bomba che non ci puoi credere.
    - Non serve spiegare a chi scopre certi suoni che fuori abbiamo SPERANZA e che quindi viene da ridere ascoltando Anastasio ma forse educare gradatamente gli ascoltatori è il ruolo di organi come Rockit a cui rinnovo la mia grandissima stima ma che spero di stimolare per tutte le buone ragioni