La musicassetta è viva e fruscia assieme a noi

Nell’era digitale c’è chi non rinuncia alla materia: quattro nostalgici fondano la Dirt Tapes, prima etichetta in Italia a produrre MC con la linea Tapematic degli anni ’80. Una follia da innamorati o forse l’inizio di un nuovo boom, come racconta uno dei fondatori: Karim Qqru degli Zen Circus

Karim Qqru e David Stefani della Dirt Tapes
Karim Qqru e David Stefani della Dirt Tapes

Quando ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo dell'editoria musicale, nella prima metà degli anni '90, il mercato aveva una fisionomia del tutto differente: la musica circolava in cassette, CD e LP, in questo preciso ordine. Internet non c'era, i masterizzatori giunsero soltanto dopo un lustro e la pirateria era sul serio fatta dalle mafie che vendevano copie illegali di musica e film nei mercati o in spiaggia.

Le case discografiche regnavano sovrane, tanto che potevano permettersi di spendere un fottio di soldi in campagne contro quella pirateria domestica – le cassette registrate agli amici – che stava uccidendo la musica (il tempo è galantuomo, e adesso si capisce quanto fossero incaute quelle affermazioni). I profitti c'erano, e perfino chi vendeva poco riusciva a metter su un reddito; concerti, passaggi radiotelevisivi, merchandising, ecc. lo completavano, non viceversa. Poi è successa l'ira di Dio: la rete, Napster, eMule, BitTorrent, iTunes, lo streaming, YouTube, fino a Spotify e tutto il resto.

Forse è proprio per questo che, nell'era del digitale e dell'immaterialità, laddove la cultura è stata già deprezzata, c'è qualcuno che ha ripreso il gusto di tornare alle origini. Quelle in cui non potevi skippare nulla, avvolgevi i nastri con le penne Bic e tiravi tutti santi giù dal cielo se il nastro si capovolgeva, spezzava o veniva letteralmente fagocitato dallo stereo.

Dopo essere stata un prodotto di nicchia (spesso considerato ingiustamente scomodo e di bassa qualità) la musicassetta sta vivendo un nuovo boom e la nascita di una nuova etichetta, la romagnola Dirt Tapes, mostra quanto non sia mai morto l'amore per l'analogico e abbia poco da spartire col solo modernariato nostalgico.

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Così, se tra gli antesignani possiamo annoverare i ragazzi della lodigiana Tape It Easy e, in tempi recenti, qualcuno non si è ancora ripreso dalla sveglia punk-synth della milanese HDK Records o dal thrash-hardcore della RTT di Bolzano (o Reborn Through Tapes Records, che dir si voglia), la Dirt Tapes ora getta altra benzina sul fuoco per tutti gli affezionati del formato fisico più leggero e compatto di sempre.

In principio è storia nota: fu Philips. Era il 1962 quando l’azienda con sede in Olanda la inventò per poi metterne in commercio i primi esemplari nell'anno successivo. Si trattava di un contenitore in plastica con due bobine che avvolgevano un nastro magnetico. E che voleva imporsi in un mercato già allora difficile, perché affollato da supporti analoghi, sempre basati su un sistema di cartuccia a nastro e dall'immortale vinile.

La popolarità vera, però, arrivò solo dalla metà degli anni Settanta, con la linea compatta Tapematic: quella fondata nel 1971 dal pioniere Luciano Perego in un piccolo paesino di cinquemila anime della provincia di Monza e Brianza (e finito con l'avere sedi in tre continenti). 

Da quello stesso modello, originale, revisionato e totalmente funzionante (con il quale per oltre un quarto di secolo sono state create milioni di copie che hanno animato e scandito la vita di tre generazioni attraverso walkman, autoradio e stereo di tutto il mondo) riparte la Dirt Tapes: producendo musicassette con la linea compatta Tapematic degli anni Ottanta. Sì, proprio la stessa.

"Il seme dell’idea di Dirt Tapes nasce molti anni fa", mi ricorda Karim Qqru (batterista The Zen Circus/La Notte dei Lunghi Coltelli) con cui mi sono ritrovato a parlare di questo progetto (dopo tanto tempo dalla prima volta in non ricordo quale backstage). "Attraverso le cassette, con i vinili, ho scoperto la musica da bambino. Non ho mai smesso di ascoltarle e collezionarle, pure quando le grandi case discografiche hanno smesso di produrle", dice.

"Quando usciva un disco che amavo dicevo: 'Sarebbe bellissimo avere la versione in cassetta'. Il passo dopo è stato pensare: 'Sai cosa? Ora cerco una linea di produzione completa e me le faccio da solo'. Da quel momento sono passati tre anni, nei quali ho vagato come un matto per trovare una linea che fosse completa e in ottime condizioni", dice.

Il destino ha voluto che incontrasse David Stefani e Max Iantorno della Reborn, che stavano pensando all'acquisto di una Tapematic, in pratica tra le migliori macchine prodotte per stampare cassette. Karim sorride e conferma: "Siamo tutti e tre collezionisti intaccati ossessionati dalle cassette, vinili e strumenti di riproduzione analogici e ci siamo buttati in questa avventura. Direi che ci siamo proprio trovati!".

Una volta presi i macchinari e una stampante UV, i tre concreti sognatori hanno creato un vero e proprio squadrone per realizzate qualcosa che, da grandi amanti delle cassette, potesse fino in fondo esaltarli. Karim continua: "Ci siamo interfacciati con realtà storiche come la Music Box, che da decenni costruisce cassette per tutta Europa (se avete una musicassetta in casa al 90% l'avranno costruita loro, ndr)".

"E, visto che per noi la parte del packaging, del booklet e delle j-card è fondamentale, ci siamo rivolti alla Druso (tra le migliori tipografie a cui potessimo aspirare) e a Veronica Simionato (padovana, abituata a lavorare sia con i libri di storia dell'arte che con i dischi) per la grafica, per dare una forma estetica concreta a quello che abbiamo in testa. Completano la squadra due amici che lavorano in ambito musicale e discografico e hanno anche loro la passione per l'analogico e il formato fisico: Giacomo Coveri e Tommaso Calamita", spiega Karim.

Questo è lo scopo dei ragazzi di Dirt Tapes: da una parte fare quello che fondamentalmente amano, cioè provare a dare più dignità audio possibile attraverso remaster appositi (in tiratura limitata), per creare quella "personalità sonora" che affascina anche l'audiofilo più reticente. Dall’altra, ritrovare (o forse regalare) di nuovo al pubblico il gusto di giocare con l’idea insita nel packaging delle MC, creando e ricreando le grafiche in modo divertente e stimolante per tutti.

Per capire bene ciò che intendo basta sbirciare il pre-order del tris che ha battezzato il 23 settembre la nascita della Dirt Tapes: La Seconda Rivoluzione Sessuale dei Tre Allegri Ragazzi Morti in cassetta glitterata; Vita e Opinioni di Nello Scarpellini, Gentiluomo degli Zen Circus in cassetta trasparente e grafica squisitamente retrò (sicuro qualcuno capirà perché...); e Auff! dei Management del Dolore Post-Operatorio in cassetta rossa.

"In più abbiamo pure una cassetta vergine da 60 minuti targata Dirt Tapes", precisa Karim compiaciuto: "Siamo amanti delle compilation in cassetta e non potevamo non farlo. L’idea dietro all’etichetta è candidamente fare la musica in cassetta: non ci sono barriere o scelte fatte senza cuore, agiamo di pancia. Dentro ci sarà di tutto: dal rap italiano a dischi stranieri". E viene in mente la Tape It Easy, la più grande fabbrica di musicassette in Italia (nonché una delle più grandi in Europa) partita con Diaframma e finita a Tiziano Ferro, che aumentò la produzione da 500 cassette al mese a 5000 in pochissimo tempo.

La Seconda Rivoluzione Sessuale dei Tre Allegri Ragazzi Morti in cassetta glitterata - Dirt Tapes
La Seconda Rivoluzione Sessuale dei Tre Allegri Ragazzi Morti in cassetta glitterata - Dirt Tapes

Domando: "Quanto gioca la parte imprenditoriale sul feticcio vintage rispetto a quella prettamente attitudinale?". E mentre parlo penso anche ad esempio alla pugliese Resilienza Records, specializzata a muso duro in hip-hop in tutte le sue sfaccettature. "Allora, pur facendo anche service per band, abbiamo come ragione profonda essere una label, quindi quello che faremo dovrà comunque rappresentare i gusti delle persone nel progetto", risponde Karim.

E continua: "La motivazione dietro alla nascita di questa mattata è, per quanto suoni banale, la passione legata al collezionismo di cassette e vinili, e la voglia di creare insieme qualcosa che fa parte di un mondo e di un immaginario che adoriamo. Quando è uscito fuori dalla nostra Tapematic il primo test-press finito (con stampa UV sulla cassetta, case e J-card), ci siamo emozionati come bambini. Ecco, siamo un gruppo di persone che pensano e producono un numero di copie limitato di un supporto musicale che per sua natura ha un prezzo moderato; non è un qualcosa su cui crediamo si possa basare una qualche idea imprenditoriale che porti ad arricchirsi".

Il lato affascinante è che nonostante la rivoluzione abbia portato il mondo discografico a smettere di produrre cassette, in qualche modo questo formato non è mai morto veramente: "Può sembrare qualcosa di antistorico lo so, e ti dirò, capisco i pensieri di quanti vedono questa dinamica in modo dubbioso. Soprattutto per chi ha più di quarant'anni e ha venduto LP e MC per prendere i CD, e poi vedere sparire pure quelli, costretti a tornare su copie vinili fatte con master digitali e non analogici", dice.

Karim e David della Dirt Tapes
Karim e David della Dirt Tapes

"Semplicemente, pur ascoltando in streaming, ho anche bisogno di avere in mano qualcosa di fisico quando metto su un disco. Poi, forse mi troveranno nel salotto di casa schiacciato dal crollo di tutte le mensole stracolme di vinili e cassette, ma questo è un altro discorso", sorride.

"In alcuni Paesi in Asia, in Africa e in Turchia – continua appassionato Karim – ci sono zone dove, soprattutto per la produzione della musica locale, la stampa in MC non è mai cessata. In Europa, in Giappone e negli Stati Uniti ultimamente lo streaming selvaggio ha portato a un forte ritorno all'ascolto su formato fisico, e anche in Italia (alza la mano) molti non hanno mai smesso... anche su cassetta, appunto!”.

Già. E non possiamo dimenticarlo: la musicassetta (che si chiami audiocassetta o solo cassetta) ha rappresentato un nuovo modo di assaporare, ascoltare e concepire la musica. Un modo democratico, per via del suo basso costo; personalizzata e non soltanto personale, grazie alle infinite possibilità di compilazione e customizzazione grafica; portatile, per via del suo formato.

Le MC hanno anticipato quello che oggi playlist e algoritmi non saranno mai in grado di darvi. E se qualcuno vi verrà a dire che Wikipedia definisce la musicassetta meramente come "un supporto fonografico a nastro magnetico molto diffuso e popolare fino all’inizio degli anni 2000 per la sua economicità e la semplicità d’uso", sarà il caso lo invitiate ad aumentare almeno di vent'anni la data, anche grazie anche a quegli idealisti anarchici dei ragazzi di Dirt Tapes.

 

"La seconda rivoluzione sessuale" dei Tre allegri ragazzi morti, "Vita e opinioni di Nello Scarpellini Gentiluomo" degli Zen Circus e "Auff!" del Management sono disponibili in pre-order dal 23 settembre su www.dirttapes.com. Le tre opere, ealizzate in edizione limitata su cassetta di sole 250 copie, saranno in vendita dal 15 ottobre in una selezione di piccoli negozi di dischi della penisola.

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L'articolo La musicassetta è viva e fruscia assieme a noi di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2021-09-27 15:00:00

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