Cinque proposte per un Sanremo migliore

In un mondo ideale al centro di Sanremo ci dovrebbe essere la canzone italiana, ai di là delle logiche economiche

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15/02/2017 - 12:16 Scritto da Chiara Longo

Partiamo da due dati incontrovertibili: non c'è manifestazione importante che non scateni polemiche, e Sanremo è una manifestazione importante attorno a cui le polemiche durano se non tutto l'anno, buona parte. Il secondo dato, e in questo le bacheche dei social ci danno una mano, è che davvero "tutti cantano Sanremo": non c'è contatto, dalla zia casalinga al più integralista dei metallari, che non dica la sua sulla kermesse, nel bene e nel male.

Ciò che si evince però dalle pagelle (non solo di Rockit) e dal commento tecnico degli esperti, è che le canzoni di Sanremo non sempre sono all'altezza dell'importanza della manifestazione. E se Fiorella Mannoia era data come vincitrice già da Novembre, senza che si conoscesse neanche il titolo della canzone, vuol dire che qualcosa non va in quello che dovrebbe essere "il festival della canzone italiana". Non il festival dei cantanti, né dei calciatori o del conduttore. Lo dice il nome stesso: la canzone italiana. Riportare al centro la musica (una questione non solo marginalmente lessicale) dovrebbe essere il faro che guida ogni idea atta a diffondere la cultura musicale nel nostro paese. 
Per questo mi permetto di avanzare alcune osservazioni che forse non placherebbero le famose polemiche, ma probabilmente permetterebbero una gestione più trasparente della gara e ridurrebbero l'evidente scollamento che esiste tra le canzoni proposte a Sanremo, i brani che gli italiani ascoltano il resto dell'anno e i concerti che riempiono i palazzetti.

1. Il direttore artistico e il conduttore dovrebbero essere due figure distinte

Una cosa che mi sono sempre chiesta è perché mai queste due figure a Sanremo coincidano. Quali meriti ha Carlo Conti (a parte aver fatto il dj negli anni '80 e aver scritto un singolo italo-disco), più di un compositore, di un direttore d'orchestra, di un giornalista musicale o di uno studioso di musica popular, per decidere le canzoni in gara? I conduttori facciano i conduttori e i direttori artistici facciano i direttori artistici. Un direttore artistico slegato da qualsiasi legame con case discografiche e network radiofonici avrebbe il compito di studiare nuovi criteri di ammissione alla gara e circondarsi di una giuria di veri esperti. 

2. Maggiore trasparenza sulla giuria e regolamento più preciso

Per essere ammessi a Sanremo si passa innanzitutto da delle preselezioni fatte in maniera poco trasparente dal conduttore/direttore. Come riporta il regolamento 2017: "Gli Artisti con le relative canzoni nuove che parteciperanno alla Sezione CAMPIONI saranno scelti - sulla base di insindacabili valutazioni artistiche ed editoriali - dal Direttore
Artistico, che potrà avvalersi della collaborazione della Commissione Musicale [...], secondo criteri che terranno conto della qualità e originalità delle canzoni, nonché dell’interpretazione e dei requisiti di contemporaneità, fama e valore riconosciuti degli
artisti interpreti-esecutori".
Nel regolamento quindi non si esplicita da chi sia formata la "Commissione musicale" e non è obbligatorio per il direttore artistico consultarla. Inoltre i requisiti di "contemporaneità" sono molto fumosi da definire (considerando che in gara abbiamo avuto canzoni come quella di Albano) e anche la "fama e valore riconosciuti degli artisti" ci strappa più di qualche sorriso, pensando a concorrenti come Alice Paba o Chiara Luzi. Inoltre, ascoltando alcuni brani in gara viene da chiedersi che razza di porcate fossero quelli esclusi.
I nomi della giuria e i criteri di scelta dovrebbero essere più definiti, e il sistema dovrebbe mediare tra la qualità intrinseca della canzone e criteri più vicini a quello che gli ascoltatori seguono davvero (dati di vendita dei dischi e quantità degli streaming, date del tour, numero di biglietti venduti, ecc). Il direttore artistico dovrebbe creare un team popolato da musicisti, arrangiatori e parolieri, ma anche di professionisti del marketing, dei media online e non, di comunicazione, di discografia e di critica, più, perché no, una piccola rappresentanza di italiani, come succede già con la giuria demoscopica. 

3. Essere divertenti con contenuti di qualità

Ne abbiamo le scatole piene di nipoti di, mogli di, imbarazzati attori americani, di puntate infinite e di interviste fatte con le domande dei test virali di Facebook. Non che in passato non ci siano stati interventi interessanti, ma tra scoprire il gusto di gelato preferito di Marica Pellegrinelli e ascoltare 10 minuti di un'esibizione di Elton John, be', dobbiamo proprio dire cosa sceglieremmo? Accanto ai momenti più leggeri, la settimana di Sanremo dovrebbe essere un luogo privilegiato per parlare non solo di musica, ma anche di tutte le problematiche che girano intorno: diritto d'autore ed equo compenso, secondary ticketing, musica italiana all'estero, musica come lavoro ecc; non che Sanremo debba trasformarsi in un serioso tavolo di discussione per addetti, ma sarebbe pedagogico e interessante portare all'attenzione degli spettatori quegli aspetti della musica che si potrebbero risolvere proprio grazie a un comportamento virtuoso da parte degli stessi (contro la pirateria, contro i siti di bagarinaggio online, ecc). Se non ricordo male, è uno dei compiti della televisione pubblica. 

4. Migliorare la proposta musicale e cercare di coinvolgere i veri rappresentanti della musica italiana

Alcuni cantanti, soprattutto i più giovani, sembra che in vista della partecipazione al festival siano posseduti dal demone della canzone sanremese, che li costringe ad aumentare la dose di patetismo, invecchiare il più possibile gli arrangiamenti e in generale firmare brani il più lontano possibile da quella che è la loro produzione "normale".
Per capire quanto incolmabile sia la distanza tra gli artisti in gara e i dischi che gli italiani acquistano, abbiamo dato un'occhiata alla classifica FIMI della settimana del 13 gennaio, circa un mese prima di Sanremo. Al primo posto c'è Mannarino, al secondo i Baustelle, al terzo Mina e Celentano, al quarto Lowlow. Intanto, Vasco Rossi firma il record europeo di biglietti venduti, Tiziano Ferro triplica la data di San Siro, due band come i Thegiornalisti e Lo Stato Sociale annunciano i loro concerti al forum di Assago di Milano, Laura Pausini si complimenta pubblicamente con Brunori per il suo nuovo singolo. È quasi superfluo far notare come i veri "big" si tengano ben alla larga da Sanremo se non come ospiti, e che esiste un movimento intorno ad alcune band che sposta tanta gente quanta ne sposta un concerto di Eros Ramazzotti (e non infieriremo sul rap, rappresentato a Sanremo da due improbabili coppie eliminate al primo turno e Clementino che è arrivato ultimo). Insomma, Sanremo non dovrebbe svolgersi nella sua "bolla sanremese", ma dovrebbe aprirsi a quello che succede là fuori.

5. Abolire la distinzione tra big e nuove proposte

In realtà sono diverse le problematiche legate a questa proposta. La prima è che ai giovani è riservato uno spazio davvero piccolo della programmazione, che si svolge a inizio puntata addirittura prima della sigla e dell'inizio ufficiale della serata del festival. Nessuno degli eliminati al primo turno ha la possibilità di riesibirsi ed essere ripescato, possibilità invece ampiamente concessa ai big.
Inoltre le nuove proposte di giovane spesso hanno solo il nome (e magari hanno già fatto tantissima gavetta), così come tra i big si trovano alcuni concorrenti che di big hanno solo le aspirazioni, e forse neanche quelle.
Sarebbe ora di riconoscere che questa distinzione non ha più senso, soprattutto nell'era di internet in cui si possono totalizzare con un solo video le visualizzazioni dell'intera carriera di un Michele Zarrillo qualunque. Le canzoni delle nuove proposte hanno tutto il diritto di gareggiare (ed eventualmente battere) quelle dei big. 

Bonus: comunicazione più bella e moderna

Una rivisitata al look sarebbe la ciliegina sulla torta: affidare la comunicazione a un team di creativi giovani e innovativi, che non ci facciano più vedere grafiche oscene e spot orribili.

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L'articolo Cinque proposte per un Sanremo migliore di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2017-02-15 12:16:00

COMMENTI (5)

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  • GIOVANNA8765 9 mesi fa Rispondi

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  • matteograser 7 anni fa Rispondi

    I miei bonus:
    - Io metterei nella giuria 4 radio conduttori dei programmi dedicati alla musica di Radio Rai 2 (uno a caso va bene, son molto preparati)
    - inserirei in giuria 4 promoter d'eventi musicali di forte impatto (Home Festival, Miami, Lucca Summer, Ypsigrock Festival. Così da avere 4 punti geografici lungo la nazione)
    - Inserirei in giuria qualche pinco pallino che parli a nome di iTunes/Spotify/Deezer