FREI 2013: odissea nello spiazzo 2013 - Cantautoriale, Rock, Pop

2013: odissea nello spiazzo precedente precedente

Dall'Odissea nello spazio di Kubrick a quella nello spiazzo di casa di Frei: testi rivolti al futuro cantati su uno stile musicale vintage-retrò

Il gioco di parole Kubrickiano che apre questo secondo lavoro di Frei non è scritto a caso: la fantascientifica pellicola di Kubrick infatti è lo spunto per un intero concept-album dallo stampo futuristico, almeno per quanto riguarda argomenti trattati e parole ricorrenti. L’Odissea nello spazio che nel film veniva prevista per l’allora lontano 2001, in questo caso si è trasformata in quella che attualmente si svolge nello spiazzo di casa di Frei, come lui stesso ci racconta: quasi a voler riportare al suo pubblico ciò che gli accade intorno come un attento osservatore esterno, l’artista contrappone i nuclei portanti del mondo-canzone, utilizzando mezzi di espressione quasi d’altri tempi, riconducibili ad un sapore stilistico e sonoro piuttosto vintage-retrò.
Ellucubrazioni gaberiane e omaggi al miglior cantautorato italico, del quale fanno parte anche il compianto Lucio Dalla e il visionario Edoardo Bennato, fanno da struttura a “2013: Odissea nello spiazzo”. Stelle (“2013: Odissea nello spiazzo”), manie (“Le mie manie”), sogni, mal di vivere, domande esistenziali e ipotesi improbabili (“Se solo se”, uno dei pezzi migliori del disco) danno ai brani un piglio intelligente e scorrevole, poiché i soggetti vengono trattati in maniera personale ed originale. La voce del cantautore romagnolo, seppur gradevole, non rappresenta la parte migliore di questo album, che punta su testi particolari, melodia orecchiabile ma ricercata, e su altri aspetti sicuramente positivi. Il giudizio finale risulta comunque da voto medio-alto.

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La recensione 2013: odissea nello spiazzo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-08-28 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • emilianocalori 11 anni fa Rispondi

    Album curiosoe sui generis. It's not my cup of tea, ma c'è qualità.

  • maxavo 11 anni fa Rispondi

    Quanto importanti sono le sfumature? tanto, almeno credo, e i due dischi di Frei stanno li a dimostrarlo.Apparentemente e dichiaratamente aderenti ad un pop di stampo cantautorale di risaputa memoria, i due album hanno bisogno di un ascolto attento per capire che la leggerezza e l'immediatezza "nascondono"(paradosso?) un lavoro sofisticato e mai banale che merita di essere colto. Ogni pezzo è ,a suo modo, convenzionale ed originale,legato al passato ma vivo nel presente. Sono, appunto, le sfumature (arrangiamenti sofisticati e scarti melodici inaspettati) a fare la differenza, e Frei sembra averlo capito molto bene.