I 50 dischi più belli del 2025 fino a mo' (pagina 4)

Mentre l'AI si infiltra nelle playlist e fa ancora più confusione, tu non farti fregare: scorri qua il meglio che questa prima parte di anno ha da offrire

Grafica di Beatrice Arrate e Giulia Termine
Grafica di Beatrice Arrate e Giulia Termine

Ketama126 - 33

In Cattive abitudini della Lovegang126, Ketama annunciava che a 33 anni sarebbe morto come Cristo. Adesso che ci è effettivamente arrivato, il rapper romano è risorto con un album inaspettatamente nostalgico: il tempo che scorre e il cambiamento vengono narrati tramite sonorità sudamericane che si uniscono allo stornello e alle canzoni popolari, quasi abbandonando completamente lo stile del Ketama che abbiamo sentito fino ad adesso.

La Niña - Furèsta

La Niña è riuscita a trovare un punto di incontro tra contemporaneità e tradizione con una precisione talmente chirurgica che ad accorgersene sono stati in tanti. Entrare dentro a Furèsta significa aprirsi a un mondo fatto di canti di lotta, di una consapevolezza politica intergenerazionale, strumenti popolari e un insieme di voce che si fa furibondo coro capace di viaggiare nel tempo.

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Lauryyn - Aritmia

Il fatto che Lauryyn fosse un talento era già chiaro dalle primissime cose pubblicate, ora c'è un disco a tutti gli effetti a testimoniarlo. Aritmia arriva dopo un percorso in cui Lauryyn ha mostrato di sapersi districare tra jazz, r&b ed elettronica con naturalezza, il tutto affrontando temi particolarmente complessi come il rapporto tra l'iperstimolazione del mondo esterno e il caos interiore che si muove dentro di noi.

Le Feste Antonacci - Uomini cani gabbiani

Uomini cani gabbiani è il compimento di una fase di carriera splendente all'insegna della demenzialità non demente, tanto meno rassicurante. Così Le Feste Antonacci inseguono la cristallizzazione sempre più perfetta di un pop che si sporca di funk ogni volta che può, che risente in modo vitale del French touch, che vive di ironie evolute in sarcasmi nei confronti della vita, che un po' fa schifo davvero, ma può essere riempita di feticci e filastrocche per farla trascorrere un po' meglio.

Lucio Corsi - Volevo essere un duro

La musica di Lucio Corsi sta diventando un gioco di matrioske, un universo unitario dove si muovono persone e personaggi, animali e anto-eroi, tutti figli della sua preziosa penna. Volevo essere un duro è il disco dell'immediatezza in fase di scrittura, dell'impulso romantico e sereno che giace alla base del racconto di storie umane e disperate che brillano in un irresistibile cantautorato tinto di glam.

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Messa - The Spin

Nato da un ritiro in una antica villa trevigiana, The Spin dei Messa ha addosso un alone spettrale, come se un qualche fantasma fosse riuscito a lasciare la sua impronta nelle registrazioni. La band veneta, tra le eccellenze italiane del metal, sa bene come evocare atmosfere lugubri, che in questo caso sfiorano il goth e si stringono attorno a noi in una implacabile morsa.

Neffa - Cane randagio, pt. 1

Sono passati 26 anni dal 1999, l'ultimo sussulto di Neffa nella scena del rap. Dopo così tanto tempo, il ritorno del guaglione sulla traccia poteva lasciare presagire una qualche forma di nostalgia, e invece tutto il contrario: Cane randagio pt. 1 guarda dritto avanti, mischia le carte in tavola, chiama a raccolta feat. di ogni generazione e stile per mostrarci un Neffa sempre capace di reinventarsi.

Neoprimitivi - Orgia mistero

Quello dei Neoprimitivi non è un revival di alcun tipo, ma molto più semplicemente è un cammino a tappe tra kraut, punk primordiale, e psichedelia.Orgia mistero è un debutto fulminante, e non solo per la sua natura di provocazione, anche involontaria, nei confronti del mondo ossessivo e insensato delle playlist editoriali e dei comunicati stampa prodotti con l'AI. 

Patagarri - L'ultima ruota del caravan

I talent fanno anche cose buone, come puntare un meritato riflettore a questo gruppo di musicisti circensi nati per suonare in qualsiasi contesto, da fumose osterie malfrequentate a palchi prestigiosi. Il loro è un ibrido strano di jazz manouche, cantautorato e musica balcanica, il tutto con una freschezza e una voglia di vita a sorreggere ogni nota.

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Pellegrino & Zodyaco - Koinè

In questo momento storico di rinascimento del sound napoletano, Pellegrino & Zodyaco meriterebbe molta più attenzione di quanto ne hanno raccolta finora. A gennaio è uscito il loro Koiné, disco che a partire da quelle suggestioni sonore allarga ancora di più lo sguardo con un approccio globale, abbracciando insieme disco, jazz, fusion e world music.

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L'articolo I 50 dischi più belli del 2025 fino a mo' di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-07-01 12:00:00

COMMENTI (2)

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  • Brooh4 giorni faRispondi

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  • mario.miano.395 giorni faRispondi

    Forse pochi hanno notato che è uscito un nuovo album di Marina Rei prodotto da Riccardo Sinigallia, incredibilmente il migliore della sua carriera dopo tantissimi anni di cose troppo intellettualoidi, vi consiglio di ascoltarlo, è clamoroso a livello di tutto, parole, melodie e produzione. E dei Laguna Bollente che ho scoperto tramite voi? Ascoltando il disco più volte non ho dubbi che sia la quintessenza di un capolavoro indie.
    Certo vorrei spendere una parola per Primastanzadestra, la DROGA! Non è solo una promessa, ma scrive canzoni sinceramente formidabili, melodie straordinarie, il suo esordio è un vero greatest hits e vi consiglio anche tutto quello che trovate su soundcloud. In questo momento i migliori discografici sono quelli della Sugar, che hanno investito anche su Lorenzaa, una che è ancora grezza e con testi alle volte risibili ma che possiede un flow che mi ricorda 2pac. Colgo l'occasione per chiedervi un approfondimento su primastanzadestra, sembra che piaccia agli artisti (vedere le radio su spotify di moltissimi) ma apparentemente se ne legge poco e niente in giro. Veramente assurdo, oggi forse la musica la ascoltano le persone e gli artisti piuttosto che i giornalisti intenti a celebrare compleanni di dischi e reunion degli 883 e dei cccp oltre che a raccontarci di quanto Cremonini e Vasco riempiano gli stadi. Ma un cervello libero e audace esiste ancora?