2023: i 100 nomi dell'anno della musica italiana (pagina 5)

100 nomi: altrettanti artisti, artiste, band, collettivi, etichette. Tutti assieme, chi nel bene, chi nel male, chi nel così così. Ma, ciascuno a modo proprio, rilevanti per questo piccolo mondo a cui teniamo tanto: la musica italiana

Grafica di Luca Dal Ben
Grafica di Luca Dal Ben

Kiyasu Ryosuke

Al DR. MARTENS Fest dello scorso ottobre, le facce allucinate di fronte alla performance di questo giapponese dai capelli lunghi intento a malmenare il suo rullante sono state qualcosa di quasi meglio dello show stesso. Vedere il batterista Ryosuke Kiyasu dal vivo nel suo progetto solista è qualcosa di fenomenale: non importa il contesto in cui si trova, la sua esibizione di “rullante solo”, con tutto il corpo tarantolato dal morso di un ritmo delirante, è qualcosa da vedere in prima persona per rendersi conto di quanto sia magnetica.

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Kuremino

C'è un enorme problema con la proliferazione di artisti rap e il loro dominio incontrastato su ogni piattaforma. Riconoscere chi ha qualcosa da dire e da dare, in mezzo a tanto rumore di fondo, non è affatto semplice. Il rischio assuefazione esiste, e spesso si finisce per rifugiarsi in altri generi per non sprecare tempo con l'ennesima copia carbone. Ma questo è un errore che non bisogna correre. Nella nuova "buttata" uno di quelli che fanno drizzare le antenne è questo giovane artista di Rho, Mattia Cremaschi in arte Kuremino. Fa parte del collettivo La Province, fondato da Rhove, con cui è cresciuto. Ha fuori un po' di singoli, mette assieme hip hop, uk garage e addirittura un po' di drum'n'bass. Intrigante. 

L’officina della camomilla

Un ritorno inaspettato quello dell’Officina della camomilla, propiziato da una generazione che era ai primi anni di elementari quando Senontipiacefalostesso e che ora, grazie a TikTok, ha Un fiore per coltello tra i pezzi imprescindibili nelle proprie playlist (e basta vedere qualche video live della band per rendersene conto). Dopo anni di silenzio, il gruppo guidato da Francesco De Leo si ritrova con un nuovo disco pronto a uscire e un pubblico freschissimo - oltre a quello di sempre - che non aspetta altro di ascoltarlo.

La Sad

Al loro annuncio a Sanremo ho pensato subito al grande colpo di Amadeus. Faranno discutere, litigare, creeranno meme. Insomma, funzioneranno e molto. Il balzo nel nazionalpopolare gli garantirà quel ruolo da cosplayer punk che in questi due anni di ascesa gli ha permesso di suscitare parecchio interesse. Ma non ci si limiti a questo. Sul palco ci sanno stare e hanno trascorsi veri nella musica, inotre, cosa molto interessante, oggi rappresentano la cresta sgargiante di un movimento (hanno pure organizzato un festival a tema) che è in subbuglio, che va dal pop punk revival fino all'hardcore, con molta meno intransigenza (fortunatamente) rispetto a una generazione fa. In ogni caso, ci sarà da divertirsi. 

Lamante

Per noi è stata una delle scoperte dell'anno e speriamo che lo sia presto anche per voi. Lamante è Giorgia Pietribiasi, cantante vicentina di poco più di vent'anni e con tante storie da tante vite da raccontare, di cui almeno una parte l'ha condivisa con noi quando è venuta a trovarci in redazione. La sua musica unisce il disagio della periferia con un'anima folk cantautorale ruvida e trascendentale, complice il tocco di Taketo Gohara, che fin da subito ha creduto in lei. Presto uscirà il suo primo disco e noi ne siamo sicuri: non passerà affatto inosservato

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Le Feste Antonacci

Si può iniziare l’anno decantando le meraviglie della Monza Brianza con Auroro Borealo e chiuderlo con un duetto con Andrea Bocelli? Evidentemente sì, quando ti chiami Le Feste Antonacci: il duo di producer di stanza a Parigi ha sfoderato il feat. dell’anno – Auroro, non ti offendere – realizzando una nuova versione della loro La vita fa schifo per lo spot di una catena di grandi magazzini inglese, affidando la melodia al tenore toscano e trasformando la canzone in La vita è una festa. Incredibile, ma tutto verissimo.

Lei

Chissà come reagirebbe questo ormai uomo a sapere che il video dove canta una cover in cinese per le strade di Shanghai di Io sto bene dei CCCP non solo è diventata un piccolo culto per gli appassionati, ma viene pure proiettato nella mostra a loro dedicata a Reggio Emilia. Era da parecchi anni che ci chiedevamo come fosse nato questo video iconico, finalmente abbiamo ricevuto una risposta: lui si chiama Lei, all’epoca aveva 18 anni e la sua passione per i CCCP nasce in famiglia, per una storia talmente incredibile che vale la pena leggersela tutta.

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Lovegang

Nell’arco degli ultimi 15 anni i membri della Lovegang126 hanno lasciato la scalea del Tamburino che li ha concepiti e hanno preso ciascuno la propria strada. C’è chi riempie i palazzetti di accendini ed è colonna sonora itpop di tenerezze adolescenziali, chi continua a muoversi nell’underground, chi si è stabilito in un’equilibrata via di mezzo. Franco126, Ketama126, Pretty Solero, Drone126, Asp126, Ugo Borghetti e Nino Brown sono, prim’ancora di musicisti, fratelli per scelta. Cristi e Diavoli, arrivato quest'anno, è in egual parte un ritorno alle origini e un’estensione del collettivo verso il proprio nebuloso futuro. Un omaggio alla propria storia, alla propria città, all'amicizia. L'occasione di live devastanti, come quello al MI AMI. E una sventagliata di hit che metà basta.

Madame

Alla prova del secondo disco e del secondo Sanremo – quello dei polemiconi, e chi se li ricorda...–, Madame si è presenta con un ambizioso concept album con pochi precedenti nel suo campo. Non che fossero legittimi rimostranze sul suo talento, che è qualcosa di tracimante, fuori scala per il rap italiano sin dai tempi di Sciccherie, ma L'amore è una risposta davvero fragorosa a chi ha avanzato i dubbi sulla sua unicità. Nelle tracce del disco, Madame si fa multiforme e assume le sembianze delle protagoniste delle storie che vuole raccontare, delle emozioni che intende descrivere. È un album con una sua logica narrativa e una poetica personale, un'intima identificazione di cui solo l'autrice può essere artefice nella realizzazione finale, senza ospiti, featuring o collaborazioni occasionali. Un disco minimale eppure ricchissimo, maturo, ispirato, consapevole, altro rispetto alla massa. E dal vivo con il suo tour ha settato nuovi standard per l'urban di casa nostra. 

Måneskin

Ok, loro li dovremmo mettere ogni anno da tre anni a questa parte nell'elenco. Ed è quel che stiamo facendo. Perché prescindere da Damiano e soci in questo momento è impossibile, sarebbe miopia colposa. Il loro 2023 è iniziato con date sold out in mezzo mondo, proseguito con un "nuovo disco" affatto indimenticabile e conclusosi con l'ennesimo incasso a vari zero grazie alla loro performance sui monti veneti per la festa di fine anno di Luxottica (le feste aziendali sono il nuovo grande business degli artisti, soprattutto quelli grandi). Abbiamo avuto l'occasione di vederli dal vivo anche noi, ed effettivamente la cosa ci ha colpito parecchio. Magari a fine 2024, dopo la corsa sfrenata e mai interrotta post Sanremo, staremo a parlare di nuove traiettorie, di carriere soliste, primi inciampi o chissà che. Per ora "bella per loro". 

(Continua nella pagina successiva)

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L'articolo 2023: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini, Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2023-12-30 12:00:00

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