2023: i 100 nomi dell'anno della musica italiana (pagina 7)

100 nomi: altrettanti artisti, artiste, band, collettivi, etichette. Tutti assieme, chi nel bene, chi nel male, chi nel così così. Ma, ciascuno a modo proprio, rilevanti per questo piccolo mondo a cui teniamo tanto: la musica italiana

Grafica di Luca Dal Ben
Grafica di Luca Dal Ben

Nazzi Stefano

Lui fa il giornalista da tanti anni e ne ha viste parecchie. Ma questa non poteva immaginarsela nemmeno lui. A 62 anni, nemmeno così vicino alla pensione, questo cronista di nera e giudiziaria, scopertosi podcaster, è diventato una rockstar. La gente compra il merche del suo podcast Indagini, fa la fila per una foto con lui (timido e sempre disponibile) agli eventi dal vivo e ora sta bruciando sold out nei principali teatri italiani per una versione live della sua creatura. Si parla di quattro Arcimboldi, roba da artisti di primissim(issim)o piano. Siamo felici per lui (di cui siamo fan) e per Il Post, che è una delle poche realtà editoriali che stanno affrontando alla grande la burrasca del momento storico, ma siamo sempre più increduli circa quel che sta succedendo al cosiddetto "mercato degli eventi dal vivo", che non assomiglia quasi più a quello che conoscevamo prima della pandemia.

Nicaragua

Questa band milanese dal suono eclettico ed elegante ci ha regalato uno degli articoli più belli del 2023 targato Rockit, a cui siamo molto affezionati. È successo dopo la pubblicazione del nuovo disco del gruppo, Almost Home, che mette in musica attraverso dieci pezzi la gravidanza di Caterina, membro del trio, le trasformazioni che comporta, l'attesa di Riku e infine il suo arrivo. Uno dei viaggi più incredibili che si possa fare, e raccontare. 

Noyz Narcos

Nessuno è stato capace di attraversare diverse ere del rap italiano come "er Noyz". Quella pionieristica, gli anni complicati, il "boom" e un disco fenomenale come Enemy, il consolidamento tra i grandi pur facendo una cosa completamente diversa da quella che va per la maggiore. Nessuno è stato in grado come lui di diventare una leggenda per la scena della propria città e trovare un rispetto infinito in quell'altra, così diversa e quasi agli antipodi rispetto alla sua, dove ha dato vita a Propaganda, un brand che per questa cultura ha un peso tutt'altro che piccolo. Ora anche il joint album con Salmo, amico con cui condivide una visione "altra" della disciplina. E il disco è un culto, non che ci fossero dubbi.

Nuova Europa

Tra i vari collettivi che si fanno e si disfano lungo lo Stivale, questo probabilmente è il più disordinato e caotico di tutti, per questo ci è saltato subito all’occhio. Nuova Europa, che per quanto ne sappiamo non punta a prendersi seggi a Bruxelles, è un piccolo nucleo impazzito di musicisti e producer tra elettronica, pop, hyperpop, drum ‘n’ bass, techno e una certa dose di fanatismo futurista ancora da decifrare. La fotta è quella giusta, vediamo se riusciranno a non farsene sopraffare. Intanto ci abbiamo scovato dentro un CBCR: Emma.

Osso sacro

Un altro gruppo di slam poetry, a conferma del fatto che il movimento è in crescita e che noi stiamo un po' in fissa. Anche loro hanno vinto un premio, niente affatto scontato. Si tratta della sedicesima edizione del Premio Parodi, il prestigioso contest di world music che si tiene al Teatro Massimo di Cagliari ogni anno e che celebra l'ex frontman dei Tazenda. In passato hanno vinto artiste come Daniela Pes e Flo. Gli Osso Sacro sono tra le realtà più note e apprezzate nella galassia slam e spoken word (assieme ai "soci" di Zoopalco). Sono un progetto di ricerca, rielaborazione e riposizionamento delle narrazioni orali e sonore del territorio sannita, guidato dal poeta e performer Vittorio Zollo. Qua sotto c'è quello che fanno, giudicate voi.

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Paola e Chiara

La prima avvisaglia di quel che sarebbe stata si era avuta nel luglio 2022 quando, dopo grandi scazzi che ripercorriamo qua, Paola & Chiara in versione mora e bionda, vestite uguali a come si vestivano negli anni '90, erano apparse sul palco del loro primo mentore Max Pezzali per la data zero del suo tour trionfale e nostalgicissimo. Da lì al tripudio sanremese di Furore (pezzone, per altro) è stato un attimo. Inevitabile, per come funziona la fama oggi. Perchè il loro è un piccolo culto laicissimo, sempre a cavallo tra meme e realtà. Due grandi icone gay, incomprensibili come molte icone gay, idolatrate, citate, imitate. Gli Oasis che ci siamo potuti permettere.

Paris Ryan

Da star dell’italo disco che fu, Ryan Paris ha centrato uno dei feat. più surreali e meravigliosi dell’anno: quello con Mac DeMarco in Simply Paradise, una sorta di The Girl Is Mine di Paul McCartney e Michael Jackson in versione lo fi e più adorabilmente cialtrona. Tanto da diventare irresistibile, grazie alla sua morbidezza sexy e un video girato sulla spiaggia di Marina di Ardea, a pochi chilometri da Roma.

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Pes Daniela

Vista la massiccia dose di sperimentazione che ci si trova dentro, tra elettronica funerea, passaggi ambient, testi in una non-lingua tra sardo e italiano e la grande versatilità della voce di Daniela Pes, sembrava che Spira fosse un album destinato a poche orecchie, per quanto bello. E invece qua siamo di fronte a uno dei rari casi in cui della musica molto ricercata ottiene una cassa di risonanza talmente forte da bucare la bolla in cui si trova, di cui la vittoria della Targa Tenco come migliore opera prima è solo una delle medaglie che brillano sul petto di Daniela Pes. Abbiamo trovato un talento enorme e se ne sono accorti tutti, teniamocelo stretto.

Pinguini Tattici Nucleari

Ormai pare tutto normale, ma quello che hanno fatto questi ragazzi from Bergamo partiti dalle cover metal dei brani da chiesa normale non lo è affatto. Non lo è nessuno dei numeri che hanno accumulato, né quelli relativi agli ascolti e tanto meno quelli live. Quando è uscita la notizia che avrebbero fatto San Siro, per un attimo mi è venuto da ridere. Quando, 24 ore dopo, è uscita la notizia che non c'erano più biglietti mi è caduta la mascella. E così tutti gli altri stadi e così i 10mila palazzetti che faranno nei prossimi mesi. Eravamo scossi ed emozionati per i primi "palazzetti dell'indie", questi fanno traballare San Siro. Poi lo show funziona solo a tratti, va detto, ma intanto che follia dev'essere per gente che fino a pochi anni fa "quando suonava a Milano faceva l'Ohibò"... Come dice quello, chapeau. 

Poggio Andrea

Andrea Poggio è una figura abbastanza fuori dagli schemi per non trovarsi subito attratti dalla sua musica. Un avvocato prestato alla canzone, come Paolo Conte, similmente elegante pur andando in tutt’altra direzione: Poggio ha dalla sua una voce con echi di Battiato e un vibrato subito riconoscibile nel saltellare sulle costruzioni di synth che lo circondano. In un mondo ideale la sua Parole a mezz’aria è il tormentone che ci saremmo meritati quest’estate, una anti-hit di cui non riusciamo davvero a fare a meno.

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(Continua nella pagina successiva)

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L'articolo 2023: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini, Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2023-12-30 12:00:00

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