Le 50 migliori canzoni italiane del 2025 (pagina 2)

Quale sarà il brano più bello dell'anno? Chi avrà gasato la nostra redazione nei 12 mesi che si stanno concludendo? La prima classifica musicale che prescinde dai reel di TikTok e dai gusti di Paulo Dybala

Grafiche di Beatrice Arrate
Grafiche di Beatrice Arrate

40. Tamango - Con la faccia al sole e gli occhi chiusi

I pazzi ragazzi di Torino, un po' teatranti, un po' musicisti, sicuramente circensi nel modo di approcciarsi all'arte, ci hanno regalato nel 2025 - oltre ad un tour strepitoso nei piccoli stadi di provincia - un brano di più di otto minuti, che inizia soffuso, solo pianoforte e una voce sgangherata, salvo poi esplodere in una ricchezza assoluta di arrangiamento. Evviva il disordine salvifico dei Tamango.

39. Golden Years, Frah Quintale, Nayt, Prima stanza a destra - Anche se ti amo

Metti insieme Golden Years, Frah Quintale, il nostro pupillo Prima stanza a destra (che ci mette il ritornello della sua Ti amo), e Nayt. Quello che esce è un insieme di pop dolce e amaro, che si apre sonoramente all'elettronica di Fred again.., che si appropria delle profondità emotive del miglior rap conscious. Non sempre nella musica italiana un brano pieno di featuring ha la qualità sommata di tutti i suoi partecipanti. Anche se ti amo riesce in questo compito difficilissimo, e il merito è soprattutto di Golden Years, il burattinaio dalle mani dorate del nostro pop.

38. Liberato - Turnà 

Il primo brano del 2025, uscito a mezzanotte del primo dell'anno. Il countdown però non è quello canonico - 1, 9, 2, 6, anno di fondazione dell'SSC Napoli, qualche mese prima del quarto scudetto - e il sample è quello delle occasioni speciali: Voglia e' turna' di Teresa De Sio, brano simbolo de pop napoletano degli anni '80, rimaneggiato dall'uomo mascherato, con inserti rap, citazioni alle Pussycat Dolls - "Don't you wish your girlfriend was from Napoli?" - e il suo proverbiale drop che arriva a fine pezzo. Un augurio di buon anno coi fiocchi.

37. Brucherò nei pascoli - TVB

Basta una gamma di pochi suoni, anche rarefatti, basta una manciata di parole che raccontino in profondità un modo di stare, non in mezzo ad una massa di persone, ma con pochi individui sgangherati e sinceri. Contare su qualcuno quando tutto sembra andare verso la fine. Basta chiamarsi Brucherò nei pascoli per cantare tutto questo con un peso sul cuore allucinante, dentro una discografia che alterna pianti ed esplosioni in modo splendido.

36. Neffa - Littlefunkyintro

Può un cristiano scrivere un brano di 86 secondi e dare la polvere negli occhi al 90 per cento della scena rap italiana? Certo, se questo cristiano si chiama Neffa, e nell'intro del suo decimo disco si annuncia, e annuncia soprattutto il suo ritorno nell'anno in cui ha nuovamente stupito tutti con il suo show kolossal al Forum di Assago. Quel flow di sempre, ironico e disinteressato, il flow di chi dopo trent'anni non vuole estraniarsi dalla lotta. 

34. Machweo, Dduma - Ulia te isciu beddhra

 Un filo di voce, quello di Dduma, e una produzione intelligentissima, quella di Machweo, sono i due elementi che fanno di Ulia te isciu beddhra un brano molto importante, folk nel senso più stretto del termine, perché segna in modo forte il legame di questi due artisti con la loro terra, il Salento, ma con una spinta assoluta verso il contemporaneo, per la leggerezza elettronica dei suoni. Una piccola perla ethno-sintetica.

35. Fabri Fibra - Vivo 

Il rap migliore era quello che prendeva i capolavori del pop e della canzone d'autore e ne faceva sample per i propri pezzi. Fabri Fibra non è certo nato ieri, e per il brano più forte del suo ultimo grande disco ha deciso di partire da Vivo di Andrea Laszlo de Simone per tracciare una mini autobiografia della sua adolescenza, dei suoi primi passi e delle prime cazzate nel mondo dei grandi. Oro per le nostre orecchie, grandissima musica che si ricrea dai piccoli capolavori del presente.

33. Baustelle - Pesaro

 Essere grandi e navigati significa anche insegnare ai più giovani come si inizia un disco, e i Baustelle questa cosa non l'hanno mai sbagliata. Pesaro è un incipit in medias res, per un disco che ha ben pochi confini. Da subito la fanno da padrone le chitarre californiane acidissime, un ritornello a due voci che mette i brividi, il romanticismo adriatico di Tondelli, e quell'eterno moto struggente che fa della band di Montepulciano la cosa più malinconica della musica italiana.

32. Caparezza - Pathosfera

 Dopo un giro di accordi da rock ballad da manuale la voce di Capa inizia a snocciolare barre su barre, emotivo come raramente è stato, ma di una emotività asciutta e per niente retorica. Quanto è difficile crescere e invecchiare, quanto è difficile tenere alta la qualità della propria musica. Michele Salvemini con Pathosfera ha raggiunto un livello di raffinatezza assoluto, tra soluzioni armoniche da brividi, un ritornello cantato con dolcezza, e la sua personalissima mitologia sempre a ricrearsi, dentro al suo ventre.

31. Anna and Vulkan - Periodo particolare

Anna and Vulkan è quell'autrice che rappresenta quello che dovrebbe essere il ceto medio del cantautorato di un paese musicalmente in forma. Scrittura liscissima, una forte connotazione geografica, e la capacità innata - come si sente in Periodo particolare - di raccontarsi con un pop che scorre leggero senza alcuna banalità o cliché. C'è una grande ricerca di stile in questo soft funk partenopeo, figlio di un grande cervello che lavora e scrive senza sosta. 

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L'articolo Le 50 migliori canzoni italiane del 2025 di Vittorio Comand, Dario Falcini, Gabriele Vollaro è apparso su Rockit.it il 2025-12-19 16:45:00

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