10. Studio Murena - Vienna

Fate attenzione, perché se gli Studio Murena diventano pure specialisti dei ritornelli, allora non ce n'è per nessuno. Nell'anno del terzo disco, quello dell'affermazione del collettivo torinese come un classico della scena nu-jazz, Vienna è il brano che più colpisce, per la capacità di fare capolino anche dalle parti del pop. Un pop chiaramente sofisticato, che si arricchisce delle barre sempre più profonde di MC Karma, di un modo di arrangiare i pezzi avvolgente e dolce, e pure di una citazione al maestro Battiato, che non fa mai male. Pop-jazz-ballad, se avete bisogno di qualcosa, citofonare Studio Murena.
9. Nu Genea - Sciallà

Si sono spese forse troppe parole sul perché il 2025 sia stato un anno privo di tormentoni. Mancanza di idee - ma che strano - o mancanza di stimoli? Che discorsi noiosi, soprattutto per noi che da anni ormai aspettiamo l'inizio dell'estate per farcela svoltare dai Nu Genea. Sciallà è un brano che serve a scacciare i malocchi e le maldicenze, un antidoto danzereccio e assolutamente mediterraneo - nonostante le grandi influenze caraibiche - a tutta la musicaccia che intasa le radio da giugno a settembre. Andate via, lasciateci soli con i Nu Genea, e noi saremo contenti.
8. Emma Nolde - Quello che dev'essere sarà

Emma Nolde è quella voce di cui non si può fare altro che fidarsi, che infonde un'umana tranquillità, anche quando canta di problemi e preoccupazioni dei vent'anni. Nell'anno che l'ha vista suonare dappertutto, incantando i festival di mezza Italia con le sue canzoni, ha trovato anche il tempo per scrivere questo pezzo, Quello che deve essere sarà, che sembra nato nella frenesia del viaggio, che suona come un consiglio da una sorella maggiore. Lasciar andare le cose ogni tanto, per volersi un po' più bene. Se ce lo dice Emma con il suo pop accogliente e sofisticato noi ci fidiamo, e basta.
7. Satantango - 9.11

Un bianco e nero austero ed espressivo fino a far strappare gli occhi, come quello di Bela Tarr e del suo monumentale film del 1994. Non è l'Ungheria post sovietica, ma la provincia di Cremona. Non è il silenzio di una strada infinita di campagna, ma i distorsori della miglior tradizione shoegaze. 9.11 è un brano struggente, un racconto allo stesso tempo intimo e collettivo, che racconta la voglia di starsi accanto nel ricordo di dove si era durante una catastrofe che ha segnato in diverso modo molte generazioni. 9.11 è l'inizio del percorso musicale dei Satantango, un progetto di cui ci siamo innamorati nel tempo di un attimo.
6. I Cani - Colpo di tosse

La scintilla del grande autore di canzoni, quella cosa che nessuno può capire fino in fondo, ma che poi fa scaturire dal nulla canzoni come Colpo di tosse. Siamo nella prima parte del quarto disco de I Cani, dove ci si sta ancora ambientando, dove si sta ancora realizzando che Niccolò Contessa è tornato per davvero, ed eccolo lì che arriva il (colpo di) genio: un brano stranamente luminoso che racconta fatti apparentemente casuali messi in fila, cantati in un crescendo bizzarro e accompagnati dal nuovo abito che la musica de I Cani ha assunto per Post Mortem.
5. La Niña - Figlia d''a tempesta

Nella sua struttura essenziale, nel suo essere priva di ogni fronzolo, Figlia d''a tempesta è una canzone che si abbatte senza pietà sulla speranza della redenzione, che arriva a raccontare la violenza sul femminile senza sfiorare mai nemmeno da lontano un briciolo di retorica. La Niña non vuole filtrare la realtà attraverso un filtro artistico edulcorante, vuole sporcare l'arte per parlare di ciò che accade, e se le donne vengono ammazzate e usate come corpi da buttare al macello nello schifoso gioco mediatico, La Nina lo canta senza lasciare via di scampo all'interpretazione. Il risultato è uno dei pezzi più devastanti del 2025.
4. Thruppi - Buianotte

Da un lato l'incedere drammatico e cadenzato dei pezzi di Specchiopaura, dall'altra quell'innata capacita di incastrare le parole giuste nei ritornelli di Giovanni Truppi. In mezzo un nome frutto di una crasi, Thruppi, e un brano che commuove per la sua forza di raccontare la voglia di restare insieme, l'unione di due sangui dentro una zanzara come metafora di un'amore malinconico che sa piangere di se stesso, anche di gioia. Buianotte è un brano pieno di strati, ricchissimo nell'arrangiamento, post rock, post pop, elettronico e distorto, figlio di una Napoli dark tutta da scoprire.
3. Salmo -Cartine corte

Mai dare per morto uno come Salmo, perché quando meno ce lo si aspetta, eccolo pubblicare un discone come Ranch, mettersi in combutta con Federica Abbate e tirare fuori un pezzo della caratura di Cartine corte. Salmo sta diventando un artista sempre più completo, rappa sempre a livelli spaziali, canta e scrive ritornelli da fare invidia a chiunque, trova sempre le parole giuste per portare avanti il suo pessimismo cosmico senza risultare banale o retorico. Cartine corte è un modo di prendere la vita come viene, perché tanto si brucia sempre troppo in fretta.
2. Krano - Workaholica

Workaholica non è semplicemente un brano, è il simbolo messo in musica di una possibile rinascita del cinema italiano. In questa batteria drittissima, in queste due chitarre che dialogano, immerse in distorsioni sabbiose e blues, sono racchiuse le avventure alcoliche di Dori e Carlobianchi, gli straordinari Pierpaolo Capovilla e Sergio Romano, protagonisti de Le città di pianura di Francesco Sossai. Un viaggio tutto veneto, nelle disperazioni di due sessantenni che fanno i conti - tra le altre cose - con un amico divorato dal lavoro, in cui la musica di Krano si è inserita come un serpente velenoso, a sedurre con quella voce disarticolata e sghemba.
1. Faccianuvola - Portami a ballare in primavera

Fare musica pop significa scegliere i giusti colori da dare al proprio mondo espressivo. Da quando Faccianuvola ha deciso la palette da dare alla sua musica tutto è cambiato, le montagne che lo circondano ogni giorno sono sbocciate di strani fiori elettronici, di foglie che cadono e diventano blu e viola. Portami a ballare in primavera è la canzone più bella del 2025 perché canta gli elementi del paesaggio e l'amore che li attraversa, chiede di ballare senza troppi pensieri nella testa, pretende di essere giovane anche in un tempo squallido come il nostro, tra sintetizzatori che svirgolano e un razzo colorato che si infrange contro le scogliere.
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L'articolo Le 50 migliori canzoni italiane del 2025 di Vittorio Comand, Dario Falcini, Gabriele Vollaro è apparso su Rockit.it il 2025-12-19 16:45:00

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