2020: i 100 nomi dell'anno della musica italiana (pagina 7)

Un anno assurdo di canzoni e lunghi silenzi, un anno del nostro lavoro di tutti i giorni. Omaggiamo l'immensità di Gianni Mura, con la lista dei 100 uomini e donne che hanno maggiormente segnato il nostro 2020 (dalla A di Agnelli Manuel alla Z di Zen Circus)

Pala d'altare del maestro Simone di Guardistallo
Pala d'altare del maestro Simone di Guardistallo

SCIANDIVASCI SIMONETTA

Oggi un giornalista corre principalmente due rischi: perdere la propria personalità – perché a decidere cosa scrivere e come farlo sono regole imposte nella Baia di San Francisco – oppure vederla tracimare fino all'autoculto della personalità. Leggere il fine settimana le interviste agli artisti e le opinioni articolate ma mai masturbatorie di questa firma 35enne del Foglio, è ricostituente, perché testimonia l'impegno di chi c'è mette sempre se stessa e la propria visione del mondo, ponendola al servizio del racconto di qualcuno o qualcosa, nel tentativo di farlo comprendere e universalizzarlo. Che più o meno è la funzione del giornalismo. 

SENNI LORENZO

Chissà se Lorenzo Senni si fa qualche risata a dicembre, quando vede il suo nome sbucare in ogni classifica musicale di fine anno, in mezzo a nomi con cui non c'entra nulla o quasi. Ma se anche ci fosse qualcuno che abbia deciso di usare il suo nome solo perché fa figo (e per coprire la quota intellò, senza perdere di coolness), avrebbe fatto bene. Perché nel panorama musicale italiano oggi uno come Senni deve stare in cima alle liste quale che sia il criterio di selezione scelto –ecco, magari non il numero di stream –, e Scacco matto, l'ultima sua creatura, è qualcosa di poderoso

SFERA EBBASTA 

Nel film L'incredibile storia dell'Isola delle Rose, su Netflix, Elio Germano e Leonardo Lidi spiegano di aver creato uno Stato libero al largo di Rimini per lo stesso motivo per cui i cani si annusano il culo: perché possono farlo. Metafora di cui si può dare, come in quel caso, una visione molto romantica oppure l'esatto contrario. Fare un feat. con Future o avere una base di Diplo perché si è talmente famosi (e ricchi) da poterselo permettere, nonostante si sia nati alla periferia dell'impero musicale, è oggi un'operazione remunerativa ma del tutto vana. 

SGARBI ELISABETTA

Elisabetta Sgarbi è la fondatrice della Nave di Teseo, una barca che per molti doveva finire alla deriva nel giro di poche lune e che invece in questi cinque anni di vita – culminati con la vittoria dell'ultimo Premio Strega da parte di Sandro Veronesi – ha dimostrato che con le idee e il coraggio può essere rivoltato anche un mondo con grandi problemi di ricambio generazionale. Qualche tempo fa ci eravamo sentiti in occasione dell'uscita del suo ultimo film – già, fa anche quello con il nome di Betty Wrong –, dedicato agli Extraliscio e vincitore di un premio prestigioso al Festival di Venezia. Ho capito subito che per lei non era solo una bella storia da raccontare: era completamente pazza di quella band. A fine dicembre Amadeus ha annunciato che gli Extraliscio – assieme a Davide Toffolo, che ha curato gli ultimi videclip della band – saranno al prossimo Sanremo con la loro nuova etichetta, la Betty Wrong edizioni musicali. Ne riparliamo tra cinque anni. 

SINNI ERMINIO

Non ho visto The Voice Senior, non per snobberia ma perché soffro molto le situazioni imbarazzanti, anche quelle degli altri. Però ho visto che a vincere la prima edizione del talent – che ha fatto uno share impressionante: la gente fortunatamente ha un rapporto molto più laico di me con l'imbarazzo – è stato Erminio Sinni, che ha una storia di passione per la musica davvero intensa. 59 anni, maremmano, ha partecipato una volta a Sanremo, lavorato con Paola Turci, Coccianti e altri "big", pubblicato pezzi in Sud America e avuto pure un discreto successo. Alcune soddisfazioni e tanto sbarcare il lunario, che è poi quello che accade alla stragrande maggioranza di chi vive di musica o prova a farlo. Amici romani lo dipingono come un personaggio mitico: l'ultimo dei "localari" della città, voce e note dei pochi posti rimasti a intrattenere con la musica dal vivo in città. E l'imbarazzo lascia il posto a un grande rispetto. 

video frame placeholder

SIR PRODIGE

Questo ragazzo nato a Monreale nel 2006, ha realizzato un beat per Bloody Vinyl 3 di Machete e di recente un brano con Ariete. Potrei scrivere una di quelle cose brillanti da commentatore di Twitter tipo che io a 14 anni al massimo mi spalmavo la nutella sulle fette biscottate prima di guardare i cartoni su Italia 1, ma non sarebbe vero perché a casa mia la nutella non c'è mai stata e quindi non facevo nemmeno quello. Nuova ossessione. 

SPERANZA

Il suo primo disco e l'intero suo percorso dai rioni francesi fino alla fama sono la riprova che nel rap avere qualcosa da dire e l'urgenza di farlo alla propria maniera sono l'unica cosa che conta. Se questo genere musicale continua a rimanere la forma di espressione più dirompente e contemporanea che ci sia, al di là di tutti i cliché a cui è stato ridotto, è grazie ad artisti come Ugo da Caserta

STEREOID

Pomigliano d’Arco: terra di processioni, Alfasud e ambiziosi ex capi politici. Qui nel 2018 Domenico Rea e Luca Norma, due informatici di 28 anni con la passione per la musica, decidono di trasformare in studio uno spazio a disposizione all'interno di un'abitazione. Da duo di musica sperimentale, che mette assieme con gusto strumenti e suoni elettronici, il progetto si allarga, perché da StereOID comincia a passare un bel po' di gente, e tutti quanti si mettono a suonare. Ne nascono una serie di registrazioni, figlie di interminabili sessioni di improvvisazione, dal titolo A Listen to Everything. Il collettivo, perché ormai di quello si parla, continua a buttare fuori nuova musica, occupandosi anche di tutti gli aspetti visivi. Lo studio è sempre aperto, di fronte il Vesuvio tace e quindi acconsente. 

video frame placeholder

STUDIO MURENA

Vengono da Milano, sul palco sono in sei e hanno mischiato il jazz più acido con ritmi goderecci. Vengono dal Conservatorio e si sente, anche se alla base della loro musica c'è un rifiuto netto dell'accademia, cui si aggiunge una passione comune per l'hip hop. La commistione di generi cui ha dato vita il loro incontro è qualcosa di abbastanza inebriante. 

video frame placeholder

TAROZZI SILVIA

Come fa una violinista emiliana a finire su Pitchfork, tra i brani più caldamente consigliati? Spaccando. È capitato negli scorsi mesi a Silvia Tarozzi, menzionata dalla rivista per La sostanza dell'affetto, che fa parte del suo ultimo disco, tutto dedicato all'opera di Alda Merini. Lei è davvero speciale in tutto quello che fa, raffinatissima e allo stesso tempo affatto snob, capace di creare un suono ibrido che non è jazz né classica o tanto meno pop, ma che allo stesso tempo è tutto questo assieme. Silvia porta avanti anche un progetto di composizione musicale per bambini molto originale, il Piccolo Coro Angelico

video frame placeholder

TUNDRA

Il Flâneur è colui che vaga oziosamente, senza fretta né meta, godendosi il cammino e il paesaggio. Perla strada, singolo di esordio di questa band pisana che cita come propri riferimenti Strokes, Verdena e Arctic Monkeys, parla di chi ancora si dedica a questa pratica. Suona molto bene.

video frame placeholder

UHURU REPUBLIC

Uhuru è un termine swahili che significa "libertà": un concetto che in Africa non è mai stato gratuito e che dunque suona ancora più prezioso. Il picco Uhuru è la cima più alta del Kilimanjaro, la vetta più alta del continente. Nel 2016 gli artisti FiloQ e Giulietta Passera vengono invitati in Tanzania per realizzare una performance artistica multidisciplinare, i due rimangono talmente affascinati dalla cultura locale che decidono di tornarci e mettere assieme un gruppo, in compagnia di artisti del posto e amici italiani, che unisca la cultura africana, quella italiana e l'universalità della musica elettronica. Da lì inizia un lavoro lungo, complesso e gratificante di affinamento di suoni e linguaggi: il loro disco d’esordio Welcome to Uhuru Republic è stato pubblicato il 20 novembre scorso.

video frame placeholder

VAZZANIKKI

Una pezza di Lundini – nato da un suggerimento di Calcutta al creatore Giovanni Benincasa – è senza dubbio il programma più nuovo e intelligente degli ultimi anni nella tv italiana. Merito del "comico" romano Valerio Lundini e di un lavoro di scrittura degli sketch grandioso, della scelta degli ospiti (molti dei quali musicali e proveniente dalla nuova scena pop romana e non solo) e pure della resident band del programma. Che esiste da una decina di anni, ed è la band dello stesso Lundini. Sa fare accompagnamento e diventare protagonista, quando c'è da fare gag o portare in primo piano i momenti musicali (all'interno di un copione in cui, in contrasto con l'idea di caos e impreparazione costante che trasmette il conduttore, ogni singolo istante è studiato nei minimi dettagli). La musica in tv è stata per anni sacrificata perché considerata "ammazza-share", oggi più di un segnale indica un'inversione di tendenza. 

VICARIO MARGHERITA

Per trovare la propria strada ha scelto di non seguire nessun sentiero. La sua musica –che negli ultimi mesi pare decisamente giunta a una quadra – è un insieme di tante cose: istinto e colori del pop, riflessi soul e influenze che giungono da molto lontano, oltre al flirt con il mondo del rap. Che non l'ha presa benissimo quando Margherita – una che si mette in gioco sempre, anche quando sarebbe tanto più comodo farne a meno – ha criticato un testo contenuto nel nuovo disco di Emis Killa e Jake la Furia, che lei riteneva anacronistico e misogino. I fan della coppia con i loro commenti hanno confermato che in effetti da quelle parti qualche problema nel rapporto con l'altro sesso (e il sesso in generale) parrebbe esserci. Ora, della "polemica" di Vicario si può pensare quello che si vuole, ma c'è un argomento che mi piacerebbe fosse levato dal tavolo, e che invece ha rappresentato la forma di difesa "a reti unificate" di chiunque, a qualunque titolo, si ritenga membro della scena rap: l'hip hop ha un suo codice, se non lo capisci il problema è tuo e non dell'hip hop. Un corporativismo che andava benissimo quando alla tribù erano iscritti in dieci bombardatori di treni ed emarginati e che ora suona ridicolo e presuntuoso: i rapper sono le più grandi star e tra i più grandi imprenditori del pianeta e hanno il monopolio della comunicazione con intere generazioni. La crew ora è fatta di qualche milione di persone solo in Italia, il codice è bene che sia aggiornato e il più largamente intelleggibile possibile. Che non vuol in alcun modo dire autocensurarsi o farsi carico di compiti educativi che non sono i propri, ma assumersi le proprie responsabilità. 

VIERI BOBO

Ci credevo davvero che questa potesse essere l'estate senza tormentoni e invece è stata la solita sfilza senza imbarazzo. Inarrivabili da questo punto di vista tre ex calciatori: Bobo Vieri assieme agli amici Ventola e Adani, che assolvono il compito di dare con 10 anni di ritardo e in un momento particolarmente inopportuno un inno all'insopportabile fenomeno del "bomberismo". Che si voglia tornare alla normalità è giusto e pure bello con quello che stiamo passando, è il concetto di normalità stesso in casi del genere a essere discutibile. 

video frame placeholder

ZEN CIRCUS

Dopo 25 anni di carriera e undici dischi non è affatto semplice trovare ancora le cose da dire e le parole giuste per farlo, non ripetersi, non cadere in equivoci, non approfittare della propria esperienza e del proprio status per fare la cosa più facile e profittevole. Gli Zen Circus ci riescono anche questa volta, dando vita con L'ultima casa accogliente a uno dei loro lavori più belli degli ultimi anni.

3 4 5 6 7

---
L'articolo 2020: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2020-12-29 15:31:00

Tag: liste

COMMENTI (4)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • morenoilbiondo 3 anni fa Rispondi

    È un onore fare parte di questa scelta artistica. Moreno il Biondo di EXTRALISCIO

  • mattyballe 3 anni fa Rispondi

    Ottime scelte, sopratutto quelle più coraggiose e - a loro modo - rivoluzionarie come Extraliscio. Grazie all’autore!

  • elisabetta.sgarbi 3 anni fa Rispondi

    Una vera Enciclopedia, scritta da chi conosce a fondo la musica.Bravo Dario.

  • elisabetta.sgarbi 3 anni fa Rispondi

    Commento vuoto, consideralo un mi piace!