2023: i 100 nomi dell'anno della musica italiana

100 nomi: altrettanti artisti, artiste, band, collettivi, etichette. Tutti assieme, chi nel bene, chi nel male, chi nel così così. Ma, ciascuno a modo proprio, rilevanti per questo piccolo mondo a cui teniamo tanto: la musica italiana

Grafica di Luca Dal Ben
Grafica di Luca Dal Ben

Quando tre anni fa esatti varavamo per la prima volta la nostra lista annuale dei 100 nomi dell'anno di Rockit, questa rubrica voleva essere un omaggio a un grande maestro che se n'era andato da poco, Gianni Mura. Con il tempo ha cominciato ad avere vita propria, e così è nata l'edizione numero 2 e pure la tre, dodici mesi fa. E ci siamo resi conto che non avremmo più potuto fare a meno di metterli in fila questi nomi, per quanto questo lavoro ci porti via ore di sana digestione e ci siano attività più indicate per smaltire le categorie. 

Perché questo non è un recappone, un genere di contenuto che pur non disdegniamo affatto come dimostrano i nostri lettissimi e discussissimi listoni dei migliori dischi e delle migliori canzoni. È piuttosto una fotografia, di quelle con il grandangolo: dentro appaiono tutti i particolari di chi siamo stati, particolarmente utili per provare a immaginare chi saremo. Una foto di gruppo divertente e impietosa. Ci troverete grandi big della canzone italiana, quasi perfetti sconosciuti, astri nascenti e local heroes, combattenti di mulini a vento, gente che ha vinto Sanremo e altra che manco si sogna di partecipare. Tutti assieme, chi nel bene, chi nel male, chi nel così così. Ma, ciascuno a modo proprio, rilevanti per questo piccolo mondo a cui teniamo tanto: la musica italiana

Anna and Vulkan

Pluggers, la label di Massimo Pericolo, l'ha beccata con una mail di quelle che mandi mille e nemmeno tu ci credi che possa portare a qualcosa. Non in questo caso, perché Anna ha talento e fuoco e quelli, se ascolti, li noti. Suona da 5 anni, ha fatto la batterista in una band e solo quest'anno ha esordito solista, con un pezzone "napolista", carico di groove (al basso c'è Bruno Belissimo) dal titolo Comm'è. In provincia di Napoli ci è nata, ma dopo un periodo a Trieste, è andata a vivere a Vienna. La musica per lei è un modo anzitutto di mantenere viscerale il legame con casa propria. E a noi (complice il video by Thruco) di farci venire ancora più voglia di un weekend con vista sul Vesuvio. 

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Annalisa

Alla fine ce l'ha fatta. Col botto. Annalisa è sempre stata al margine del pop che conta. È sempre stata brava a farlo, ha azzeccato qualche canzone, ha provato varie strade, da Sanremo ai tormentoni. È stata quella sexy e quella colta, laureata in fisica. E ha sempre dato l'impressione di non dovercela fare, non fino in fondo. E poi, quando forse nemmeno più se l'aspettava, ha piazzato due pezzi che ci hanno rincoglionito il 2023. Devastantemente efficaci nel loro genere, e tutto ciò che in lei non era cool all'improvviso lo è diventato. Succede anche questo, e alla fine siamo felici per lei (che bacia lui), l'unica vera Barbienheimer della musica italiana

Appino

Con gli Zen è diventato una specie di religione indie (soprattutto a Natale). Ma anche da solista Appino ha fatto alcuni dei dischi più importanti di questi ultimi anni, a cominciare da quel Testamento che da 10 anni rimane una pietra miliare. Ora questo nuovo disco, Humanize, ambiziosissimo, un concept album di 72 minuti tra canzoni e interviste pasoliniane sul senso della vita. Nelle settimane prima del lancio, siamo rimasti spiazzati per i suoi travestimenti da mimo, vamp o motociclista. "Ad Appino è partita la Locura", abbiamo pensato. Piaccia o meno, è bello che qualcuno abbia ancora voglia di seguire istinto e un po' di follia.

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Bassi Maestro

Guè, vera grande icona del rap italiano, in questa classifica potrebbe starci ogni anno. Perché almeno un disco in 12 mesi lo piazza, e il suo peso specifico nel cosiddetto "game" è più alto che mai. Quest'anno facciamo che non lo mettiamo (non direttamente), ma al suo posto ci mettiamo il producer che gli ha permesso di pubblicare quello che per noi è il suo miglior disco solista, Madreperla. L'incontro tra il pionieristico ed eclettico beatmaker e la voce dei Dogo è stato una specie di sogno a occhi aperti per gli amanti italiani del genere, e un clinic su come si possa ancora fare vero hip hop nel 2023. Clamoroso. 

Baustelle

Dopo anni di attesa (che un tempo erano la normalità e oggi molto meno), e qualche anticipazione in una puntata imperdibile del nostro podcast, i Baustelle hanno avuto un anno di iperproduttività. Che spesso non vuol dire qualità, anzi. Ma i Baustelle del 2023 sono una versione scintillante della band che ha cambiato il corso della musica indipendente italiana. Elvis è un gran disco, con un singolone come Contro il mondo (tra i pochi pezzi indelebili di questi 12 mesi) che vale per scrittura e creazione di mondi i migliori brani della loro discografia. E ancora Amore indiano con Tommaso Paradiso, che nel suo genere è un pezzone, e infine il colpo di scena dello split con I Cani. Meravigliosi, come sempre e più di sempre. 

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Bergia Luca

Prima di mollare tutto per diventare professore di scienze alle scuole medie, Luca Bergia è stato per più di vent’anni coi Marlene Kuntz, il gruppo che aveva fondato nel 1998 assieme al chitarrista Riccardo Tesio. Si prendeva una pausa dalla musica perché non si sentiva pronto ad affrontare “l’ennesimo disco cruciale”, raccontava in un post su Facebook qualche tempo fa. La sua morte lo scorso marzo ha spiazzato tutti, soprattutto quella generazione a cui aveva insegnato la bellezza di uno strumento come la batteria.

Blanco

È stato un anno un po' così per Blanco, di luci e di  ombre. Il suo secondo disco, Innamorato, non ha lasciato particolarmente il segno e forse il pezzo migliore del suo anno è stato quello con Mina, un'operazione stramba ma che alla fine è venuta un gran bene. Il suo ambiziosissimo tour negli stadi è stato, dicono in molti, un flop da un punto di vista dei numeri, però lo show è stato notevole. L'anno si è chiuso con un documentario in cui non aveva nulla da dire. Ma del suo 2023 tutti ricorderanno quello sclero con le rose a Sanremo, che in un Paese come l'Italia non si perdona facilmente ma che è stato un bel momento di punk infantile. Questo ragazzo ha 20 anni, talento e la capacità di far parlare di sè, ma la sensazione è che lo stiano un po' "spolpando" e che dovrebbe rallentare un po'.

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Ci fa ancora un po' impressione vedere come possano correre veloci le carriere oggi. E ci fa molto piacere, in casi come questi, quando il successo è meritato e l'impegno profuso immenso. Questi ragazzi di Empoli li seguiamo da che erano dei ragazzini, li abbiamo visti crescere e consolidare una fanbase reale, nutrita, fedele (chiunque li abbia visti live sa di cosa parliamo). Li abbiamo visti inventare situazioni, mettere assieme persone, dare spazio alla creatività sopra e sotto il palco. Pure scrivere un pezzo per lo Zecchino d'oro. Ora li vedremo a Sanremo, e in fondo è come se avessimo sempre pensato che sarebbe successo. 

Brucherò nei pascoli

Palo era il disco che ci serviva per entrare davvero nella testa di Davide e Stefano, le due voci incazzate e sguaiate che rispondono al nome di Brucherò nei pascoli. Birra da 66 in una mano e a malapena uno straccio di futuro nell'altra, vivono l'eterna frustrazione di trovarsi a immaginare la fine del mondo in maniera inevitabilmente più facile rispetto alla fine del capitalismo, fino a gridarla in brani tragicomici di fallimento umano. Ed è proprio per lo stile con cui lo fanno che non dovrebbero mai smettere di crederci.

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Calcutta

Con un ritorno dopo 5 anni di silenzio, manifestato dalla puntuale promozione del Frosinone calcio in Serie A, Calcutta aveva addosso un carico di aspettative mostruoso. Alla fine dei conti Relax, il suo nuovo disco, le ha rispettate, con un disco meno disperato e più consapevole, meno hittoso e più libero di andare dove gli pare, che si prende il suo tempo per fare breccia. E quando lo fa, porta tutto il suo pubblico a cantare a squarciagola anche i pezzi più nuovi, nessuno escluso.

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L'articolo 2023: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini, Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2023-12-30 12:00:00

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