2021: i 100 nomi dell'anno della musica italiana

Dalla A alla Z: 100 donne, uomini, etichette, locali che – nel bene o nel male – hanno segnato il nostro anno pieno di musica italiana

Un po' dei 100 di quest'anno
Un po' dei 100 di quest'anno

Quando un anno fa esatto davo l'ultimo clic che mandava in onda la prima edizione dei 100 nomi dell'anno della musica italiana pensavo soprattutto a ciò che nel corso di quei 12 mesi avevamo perso, a cominciare da colui che aveva ispirato il voluminoso articolo: Gianni Mura. Un anno dopo la sensazione, purtroppo, non è diversa. Ora che albeggia il 22 mancano all'appello amici e maestri, uomini e donne, luoghi e cose. Non torneranno, eppure noi dovremo andare avanti.

Per ricordarsi di ricordare, razionalizzare, allargare la prospettiva, celebrare, espiare, metto da parte la mia pigrizia, interrompo l'epopea digestiva e mi accingo a vergare il listone di uno stronzissimo 2021 da poco concluso: a voi 100 nomi che, nel bene nel male e nel così così, hanno condizionato la musica di casa nostra. Un elenco di certo non esaustivo, ma speriamo ricco di spunti per tutti voi che ascoltate l'italico canto. 

Addolorata

Prendono il nome da una delle chiese del centro storico di Napoli, ben prima che Alberto Angela le rendesse cool e fatturanti. Sono in tre e sono iperattivi, fanno parte al contempo del fighissimo progetto Hell on Mask e a suo tempo ci avevano aiutato a ricostruire la storia di Emon Haze, che ci è rimasta nel cuore. Fanno rap ben poco ortodosso, scrivono tanto ma non sanno mai bene quando pubblicare, usano l'ironia come arma politica per affrontare questi tempi disgraziati. Come direbbe Ali G: Rospetto

a/lpaca

Band from Mantova che ci piace parecchio. Il loro album d’esordio è uscito a marzo per We Were Never Being Boring con il titolo Make it Better. Che, però, non si riferisce al loro suono, già parecchio a fuoco nonostante la gioventù sia con loro. Mettono assieme krautrock e psiche, facendo comandare il beat. Fedeli all'adagio del maestro Canello: Ritmo, Ritmo. 

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Al Habash Laila

Che dovesse diventare una cosa grande lo sapevamo (e ne abbiamo le prove) da mo'. Ora che è la sua cometa ha iniziato a brillare, brindiamo con lei al futuro. Perché il suo disco d'esordio, Mystic Motel, la pone nel novero affatto affollato di chi fa pop bene nel nostro Paese. Perché Ponza è una hit, perché quest'estate non si è fermata mai un secondo dal suonare ovunque ed è proprio così che si fa. Tutti la vogliono, ci sarà un perché. 

Amadeus

Lo scorso anno, dopo un primo Sanremo mica benissimo, gli avevamo tributato vari complimenti. Il cast era perfetto e infatti è andata alla grande, con il trionfo mondiale dei Maneskin e quello nazionale di Colapesce-Dimartino, più Madame, La Rappresentante, i Coma_Cose. Tutto molto bene. Poi vedi i nomi dei 25 big di quest'anno e capisci che a certi livelli in Italia, e in certe aziende, ai passi avanti devono sempre seguire passi indietro e che due punti di share (è tv, d'altra parte) contano più della musica. Ma, soprattutto, ritengo umilmente che, per quello che è diventato il ruolo ingombrante del direttore artistico, Amadeus a Sanremo quest'anno non dovesse starci. Bisogna sapersi fermare. Anche quando non ci sono alternative (o non sono pronte), quando hai grandi pressioni per proseguire. Fare la propria parte, poi levarsi di torno dovrebbe essere una regola di vita. Ce lo dice pure Mattarella. 

Arci Bellezza

C'è un posto magico lungo la "circonvalla" a Milano, dove Visconti girò delle scene di Rocco e i suoi fratelli, dove i muri raccontano storie di lotta e dove tanti di noi hanno mangiato e bevuto tanto, pagando poco e maledicendo sé stessi la mattina dopo. Se nell'ultimo tormentatissimo anno abbiamo potuto ancora ascoltare musica dal vivo a Milano, merito è anche di questo locale che è un pezzo di storia e di cuore. Che ha organizzato tanti live – assieme a Caramello – con passione e in sicurezza. Gliene siamo grati. 

Baby Gang

Il primo contatto con questo ragazzo classe 2001, nato a Lecco (un posto che mi ha sempre colpito per la sua multietnicità) da una famiglia di origine marocchina, è stato in piazzale Loreto a Milano: la sua gigantografia mi guardava dalla cima di un palazzo. Perché i suoi pezzi collezionano stream da capogiro e lui ha firmato per una major, nonostante (o forse grazie a, chissà) un passato impegnativo. Perché le sue cazzate adolescenziali sono state (tanto) più grosse della media, tanto da costargli un bel po' di carcere sin da ragazzino. Fa rap/trap, ovviamente, e musicalmente non è proprio la mia roba. Ma storie così vanno ascoltate, capite. Qua la racconta.

Banda Maje

La Campania può essere la terra un po' di tutto, perché quel che fiorisce lì di solito fiorisce bene. Da un po' di tempo a questa parte – riprendendo una tradizione a dir poco gloriosa – il discorso vale anche per l'electro funk. Non solo i Nu Genea, ma pure questo collettivo di Salerno, che mette assieme citazioni anni '80 e amore per le colonne sonore, ricerca musicale e groove. Il loro Ufo Bar è un gran bel disco. 

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Bassy Anna

Canta benissimo (e ascolta gran bella musica), ha stile e sa emozionare. È più che meritata, per Anna Bassy, la vittoria di Arezzo Wave Music Contest, tenuto nel mese di dicembre e di cui Rockit è stato partner. Il 27 gennaio Anna si esibirà a Parigi nei saloni dell'Hotel Galliffet, sede dell’Istituto Italiano di Cultura per Arezzo Wave in Paris e a lei andrà il premio di 10000 euro messo in palio da Nuovo IMAIE per suonare sempre di più in giro. Tenete d'occhio anche La Malasorte, gruppo hip-hop salentino che ha vinto la prima edizione del Premio Rockit.

Battiato Franco 

Con Fabrizio De André è stato il più grande che la nostra musica "leggera" – parola che suona folle eppure perfetta accostata al suo nome – abbia avuto. La meraviglia di ciò che ha fatto lungo la sua carriera, la sua capacità di aprire strade nuove a ogni suo cambio di direzione, colmano il vuoto vertiginoso che lascia la sua morte. Terrenissimo, infinito, inarrivabile Maestro. 

Berti Orietta

Quest'anno, a 78 primavere, ha fatto Sanremo, cantato in una delle principali hit dell'anno assieme a due dei più grandi protagonisti musicali degli ultimi anni e poi affrontato la cassa in quattro di un producer che fino a qualche anno fa parlava di "cortare cabezas" con il suo machete, posato per la copertina di Vanity Fair, ottenuto più contratti tv che negli ultimi 20 anni. Lei è un mito, e ci mancherebbe. Per altro Mille è, nel suo genere, un signor tormentone. E però boh – sarò un bigotto o uno che non sa gioire delle fortune altrui –: questa scintillante coda mi pare di gran lunga la parte più fake della sua fantastica carriera. 

Bigmama 

Se l'avete sentita parlare o ancora meglio cantare a Tough as You, il festival organizzato da MI AMI e Dr. Martens, allora sapete: Marianna è dinamite pura. Big Up per questa rapper incredibilmente a proprio agio con sé stessa in un mondo dove in tanti sotto la parrucca hanno solo il vuoto. 

Blanco

Il golden boy bresciano faceva parte di questa lista già un anno fa ed è probabile che, se proseguiremo in questa piccola nostra tradizione, ci sarà ancora per parecchi anni. Perché la sua accoppiata con Mahmood a Sanremo è destinata a travolgere ogni cosa, perché dopo il suo primo album farà anche il primo tour. Sempre accompagnato da un hype senza precedenti, e tutto sommato giustificato. Dopo 12 mesi da protagonista, la sua musica è decisamente più a fuoco. Qualcosa ci fa davvero impazzire (ecco, non quella ad esempio), qualcosa ci convince meno e ci fa temere derive che non ci auguriamo. Perché da un fuoriclasse si pretende il meglio. 

Bluem

Quarto posto nella nostra classifica dei dischi del 2021, un esordio dirompente per questa giovane artista sarda che vive a Londra e che mette assieme i suoni ancestrali delle sua terra all'elettronica d'avanguardia. La musica di Bluem, perfettamente riassunta dalle 7 tracce del suo ep Notte, è poesia ed energia, espressione, sogno, empireo e terra umida stretta tra le mani. Salvifica.

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Bnkr44

Da un bunker empolese all'intero periplo di questo Paese, girato in lungo e in largo quest'estate con un tour agitato e curatissimo, fatto di canzoni, balli, quadri disegnati sul palco (e poi venduti). I ragazzi hanno un sacco di cose da dire e di passione, che li porta a non fermarsi mai, come dimostrano i progetti solisti dei diversi componenti e le tante attività "collaterali" che accompagnano la loro produzione musicale, culminata con un disco intenso nelle scorse settimane. Felici di aver chiuso con loro l'attività live di quest'anno

Bornajeans

"Born in the star shaped city of Palmanova, Bornajeans spent this last year creating her own music world from her house in Milan". L'inizio della biografia di questa artista innamorata pazza della musica anni '80 mi fa parecchio volare, come dice la gioventù. Il suo disco, Lady Routine, è un insieme di impulsi diversi, in cui – tra synth e citazioni – convivono nostalgia e voglia di fare festa, il casino dei 30 anni e le giornate da riempire. 

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L'articolo 2021: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-01-04 15:48:00

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