Elodie
Tutto quer pasticciaccio brutto dei biglietti a 10 euro per il suo live a San Siro ci ha insegnato la sottile differenza che passa dal “tutto esaurito” al “fuori tutto”.
Faccianuvola
Portami a ballare in primavera per noi è la canzone del 2025, all’interno di un disco (sorvoliamo su questa cosa dei titoli lunghissimi, che ci si è inceppato il Ctrl+V) da far strabuzzare gli occhi. Fa ballare e scrive benissimo, infatti piace alla gioventù ballante e a chi ama ancora le canzoni. A noi, di sicuro, piace tantissimo.

Faneto
Questa, invece, è una storiaccia. Le accuse di violenza nei confronti dell’ex compagna del rapper cresciuto a Verona, le parole (e l’atteggiamento) dei testi che paiono rispecchiarsi nella vita vera, e questo non può in alcun modo essere accettato. Ma anche la gogna, le accuse reciproche tra colleghi, uno schifo nello schifo.
Florio Giuliana
La tiktoker che faceva la NPC napoletana ora ha una carriera da musicista con l’aiuto dell’AI. E Asimov muto.
Frah Quintale
Pochi come Frah Quintale danno un senso di sicurezza e costanza in quello che fanno. Impermeabile ai cambiamenti attorno a lui, alle crisi e ai cali fisiologici che un artista può avere nel corso della sua carriera, eccolo nel 2025 con Amor proprio, un disco fedelissimo al suo stile senza per questo stancare o annoiare. Ad avercene di voci così nel nostro pop.

Fuckyourclique
Se per qualche giorno abbiamo visto l’hashtag #freesborra spopolare sotto i profili di Sanremo e di Carlo Conti, sapete chi ringraziare.
Gato Tomato
Prima fa salire sulla sua Cadillac – ce l’ha in comproprietà con il producer Lvnar – Satana, poi, a Natale, imbarca addirittura Babbo Natale. Un disco e un ep sghembo come solo questo artista mascherato riesce a fare oggi nel rap italiano. In questo game stantio e pieno di cliché la sua musica è balsamica.
Grignani Gianluca
Per i 30 anni di Destinazione paradiso, Grignani non si fa mancare la querelle di fine estate: una bella disputa legale con nientemeno di Laura Pausini, rea di averne fatta una sua versione con delle modifiche sostanziali rispetto all’originale. La questione intanto si è risolta con un accordo tra le parti. Intanto però il messaggio è chiaro: occhio a svegliare il Grignani che dorme.
I Cani
Post Mortem era il disco più atteso da… sempre. La loro (sua) assenza era diventata leggenda. Impossibile che il ritorno mettesse d’accordo tutti, e va bene così. Fatto sta che l’album che sancisce il comeback di Contessa è una gemma, grezza come si addice a chi sta nei tempi che attraversa. Un tour lungo (e non ancora finito) e partecipatissimo conferma che no, non era solo nostalgia. E l’hype è roba buona per chi non ha nulla da dire e da dare.
Il Mago del Gelato
Qual è stata la più grande soddisfazione del 2025 per Il Mago del Gelato? Pubblicare un disco come Chi è Nicola Felpieri?, intriso di jazz, funk e afrobeat, con ottimi risultati? Suonare in tutta Italia davanti a platee sempre più piene? Certo, tutto meraviglioso, ma mai quanto recuperare l’insegna del bar a cui devono il nome.
Visualizza questo post su Instagram
JoyCut
La gara del feat. - se così vogliamo definirlo - dell’anno la vincono a mani basse i bolognesi JoyCut: sono loro a comparire, in mezzo a gente come Four Tet, Mogwai e Mura Masa, nella tracklist del disco remix dell'ultimo album dei Cure, Songs of a Lost World. Per citare un intellettuale del nostro tempo: “Mecojoni”.
Krano
Le città di pianura, uno dei migliori road movie italiani degli ultimi tempi, non funziona benissimo solo per il racconto agrodolce che fa del Nordest, della provincia moribonda e abbandonata a sé stesso, o dell’alcolismo come via di fuga dalla realtà. C’è anche un suono che sembra arrivare dal Tennessee, e invece è interamente geolocalizzato sulle colline del Valdobbiadene, dove vive questa sorta di sgangherato Neil Young che canta in dialetto. Insomma, che la musica di Krano finisse a Cannes è una magia per cui si può solo ringraziare.
La Niña
Album dell’anno, il suo Furèsta. Ci poteva stare tranquillamente anche il brano dell’anno, perché Figlia d’ ‘a tempesta è un pezzone. Talmente brava che le perdoniamo le dieresi o quegli altri segni strani sopra le lettere che non riusciamo mai a trovarle. Ora niente classica, però, pls.

Le Feste Antonacci
Le Feste Antonacci sono il corrispettivo musicale di quel compagno di classe brillantissimo troppo perso a seguire venti interessi diversi per fare i compiti, per poi prendere comunque sempre voti altissimi in qualsiasi verifica. Dopo 7 anni è uscito il loro primo album, Uomini cani gabbiani, ed è una bomba di groove come meritava questa attesa. Per il prossimo non metteteci un’altra vita, per favore.
L’Orso
Una nuova canzone a nove anni dall’ultima, una serie di date in club piccoli e intimi, dove il contatto con il proprio pubblico potesse essere reale, tangibile. È sempre bello quando una band torna a suonare per la voglia e il piacere di farlo. Ancora meglio quando quella band ha significato un bel po’ per un bel po’ di persone.
Mamma
Il luogo peggiore in cui puoi finire in Italia è senza dubbio il carcere (chiedete pure ad Alemanno), dove la rieducazione sembra ormai essere un concetto buttato completamente nel cesso. Per fortuna non sempre è così, e la storia di rinascita di questo rapper ci continua dare un pelo di fiducia in più nel futuro.

Manfredi Gianfranco
Gianfranco Manfredi è stato uno dei personaggi che meglio incarna lo spirito dell’espressione inglese “jack of all trades”: oltre alla carriera come cantautore, con che raccontavano il loro tempo con un’ironia calibrata benissimo, Manfredi è stato attore, sceneggiatore, scrittore, autore di fumetti, il suo nome lo si poteva pescare in più o meno ogni campo artistico. Geni così sono ben rari.
Mango Angelina
La vittoria a Sanremo, con qualche polemica, l’Eurovision, una specie di burn out che però non è mai stato del tutto dichiarato tale (non che si sia tenuti a farlo) e la musica messa in secondo piano nel momento in cui verrebbe normale spingere sull’acceleratore. Poi, senza quella carovana strombazzante che di solito accompagna l'uscita di un nuovo disco di una popstar, è uscito Caramé, il suo nuovo disco. Ed è un disco interessante, personale e coraggioso.
Marrone Emma
Il successo stratosferico de L’amore non mi basta a distanza di 13 anni è la dimostrazione definitiva che dovremmo rimpiazzare il New Music Friday con un sorteggio totalmente casuale di brani pubblicati dalla nascita della discografia a oggi.

Mei Giulia
Tutto era cominciato con Bandiera. Anzi no, non è vero. Tutto è iniziato molto prima. Con la gavetta vera, anni a sbattersi, suonare, trovare la propria strada in un mondo non semplice. Poi è arrivato l’“inno femminista” che negli ultimi 12 mesi hanno ripreso un po’ tutti. Da lì, una serie infinita di live, partecipati, colorati, festosi. Quando le hit servono a qualcosa.
(Continua nella pagina successiva)
---
L'articolo 2025: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di V. Comand, D. Falcini è apparso su Rockit.it il 2025-12-31 16:06:00

COMMENTI