2021: i 100 nomi dell'anno della musica italiana (pagina 4)

Dalla A alla Z: 100 donne, uomini, etichette, locali che – nel bene o nel male – hanno segnato il nostro anno pieno di musica italiana

Un po' dei 100 di quest'anno
Un po' dei 100 di quest'anno

Gaia

Gaia mi aveva già conquistato da un po', costringendomi a mettere da parte alcuni dei i pregiudizi a cui ero più affezionato. Poi ha fatto un pezzo con Sean Paul e allora vabbè... Scherzi a parte – scherzi un cazzo, Sean Paul è un mito –, non ci sono più dubbi sulla capacità di questa ragazza nata a Guastalla di unire grandi numeri e buona musica, come dimostra il suo disco Alma, zeppo di buone produzioni e collaborazioni significative. Abbiamo un nuovo tropicalismo tra le nebbie padane e va fino in cima alle classifiche. 

Gomma

Nei prossimi mesi arriverà il disco, lo attendiamo come si attende un disco dei Gomma. Per intanto nel 2021 ci siamo gustati una manciata di loro singoli, che hanno mostrato un nuovo corso per Ilaria e compagni. Adulto, affascinante. Canzoni che, senza porselo come obiettivo, diventano lo spartito ideale di questi tempi carichi di paura, nevrosi, claustrofobie. Esorcismi DIY. 

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Hidell Alek

In un paesino della Sardegna del '42 un incidente mai chiarito uccide due bambini. Un terzo assiste alla scena e rimane scioccato, diventando il matto del paese. Ravot è la sua sconvolgente storia in musica, raccontata da chi l'ha conosciuto per anni (pure finendoci a discutere sui Beatles). Ed è anche il titolo del primo disco di Dario Licciardi, aka Alek Hidell, collaboratore e concittadino (di Bugerru) di Iosonouncane. Se volete immergervi nell'album e nella storia che racconta, qua vi forniamo una piccola guida

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Inoki

Mio fratello ascolta solo dischi che abbiano almeno 10 anni, è fatto così. Quando gli ho fatto sentire Medioego, il ritorno di Inoki dopo lungo silenzio, mi ha guardato e ha fatto una faccia diversa dalle solite che propone e che significava chiaramente "discone!". Lo è senza dubbio quello del Veterano di Asian Fake, per altro confermato da repack tutt'altro che facilone. E la cosa bella è che, oltre ai miei parenti con la fissa per la Golden Age, Inoki piace e tanto pure ai ragazzini. E li educa a un hip hop che non c'è quasi più, alla sua storia e ai suoi valori. Il 2021 è stato l'anno più brutto per Fabiano, come lui stesso ha raccontato, ma il più bello per Inoki.

Iosonouncane

Avevamo votato il suo disco precedente, Die, come il più bello dell'ultimo decennio e lo rifaremmo mille volte. Quest'anno, dopo un silenzio lunghissimo prolungato dalla pandemia, è uscito Ira, e ci abbiamo messo un bel po' a metabolizzarlo. Perché è un lavoro monumentale, difficile pure per gli standard di Iosonouncane. Un disco che può suonare inaccessibile e pretenzioso – a cominciare dalla "non lingua" in cui è cantato –, ma che è l'ennesimo gradino che questo sperimentatore si sentiva di compiere. Un consiglio: ascoltatelo live, se potete. Chi ha avuto la fortuna di farlo quest'estate, in una formazione minimale e diversa da quella pensata originariamente, ne è stato entusiasta, chi potrà farlo a teatro (speriamo presto) probabilmente lo sarà ancora di più.

Koko

Ci sono vari modi per restituire una dimensione di intimità alla propria musica: c'è a chi viene naturale e c'è chi ha imparato a farlo con il tempo e l'esperienza. E poi c'è Koko, che registra dentro un armadio... È uno degli aneddoti che più ci ha fatto sorridere del racconto che Costanza Delle Rose, cantante e bassista dei Be Forest, ci ha fatto di Shedding Skin (Perdere la pelle, fare la muta), primo disco del suo progetto solista che coincide con la sua nuova vita nella capitale inglese, iniziata per altro con un bel lockdown. Il suo è un indie folk vibrante di anima, molto valido. Non ne avevamo dubbi.

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La Cava Alessandro

Ammetto la mia ignoranza, ho scoperto il nome di questo giovane super professionista pochi giorni fa. Lacuna grave per il mio mestiere, perché Alessandro La Cava, seppur abbia appena 21 anni, è uno che cambia gli equilibri nel pop da classifica. Nel 2021 come autore ha collezionato 11 dischi di platino, 3 dischi d’oro e più di 200 milioni di streaming. È tra gli autori (assieme a Dardust, immancabile) di Malibù di Sangiovanni, uno dei brani di maggior successo dell'anno appena concluso. Ha già scritto per Annalisa, Gaia, Noemi, Aka 7even, Baby K, Deddy e Margherita Vicario. A Sanremo firmerà i pezzi di Rkomi, Sangiovanni e Noemi. A 21 anni, ripetiamo. E proprio il rito della lettura di autori e compositori all'Ariston – oltre a celebrare giustamente chi ha un ruolo fondamentale nella creazione artistica – negli ultimi ci ricorda che spesso dietro ai grandi successi c'è un numero limitato di persone, talenti con il tocco come Alessandro. Con alcune inevitabili controindicazioni.

La Flog Auditorium

Il durissimo lockdown del 2020 ha portato a una serie di chiusure di locali, un danno da un punto di vista sociale e culturale inestimabile per le nostre città. Anche nel 2021 club e posti storici hanno chiuso o annunciato la fine delle proprie attività, e il rischio è di assuefarsi all'idea che si possa perdere un simile patrimonio. Dal 1972 La Flog, celebre auditorium fiorentino, rappresenta un'idea di mondo. La sua attività, un tempo gloriosa, era in difficoltà già da prima della pandemia e c'entra, ahinoi, il rapporto che questo Paese e le sue istituzioni hanno con un certo tipo di arte. Quando, nelle scorse settimane, è uscita la notizia che ne fosse imminente la chiusura, ci siamo allarmati. Gli organizzatori hanno voluto rassicurare sul fatto che non si molla, ci sono importanti lavori da fare ma si faranno e tornerà la musica. Viva. 

La Rappresentante di Lista

Al loro primo Sanremo sono apparsi come degli alieni, e questo ha fatto innamorare molti che ancora non li conoscevano. Inevitabile: da anni Veronica e Dario fanno musica libera, colta, impegnata, sempre attuale. Poi hanno fatto un disco e un libro, giocati sul concetto della genitorialità. Infine, l'annuncio che a Sanremo faranno il bis tra un mese. Sono certo non rinunceranno alla loro carica di sovversione, nonostante la grandissima esposizione cui sono arrivati. Mi raccomando!

La Sad

Chi li conosce, e di cui mi fido, dice che sono ragazzi super, che credono di brutto in quello che fanno e ci tengono molto. Non lo metto in dubbio, e sarò più che felice di cambiare idea appena vedrò qualcosa che mi colpirà nel loro percorso. Per ora, però, l'emo pseudo punk con i capelli colorati e i testi un po' autolesionisti di Theø, Plant e Fiks mi pare una cosplayerata (copyright Marra) totale. Dei dARI, per giunta. 

Lazzaretto

A un certo punto ci viene somministrato un Sacramento, e da quel momento non riusciamo più a smettere. Ha questo rimando religioso sin nel titolo il debutto discografico dei LAZZARE††O, sorprendente progetto musicale nato a suon di jam in una masseria del barese e uscito per Dischi Uappissimi. Ammaliante: cinque tracce in cui i tre ragazzi passano dalle ninne nanne ai suoni ancestrali, con l’inconfondibile cantato in francese (la famiglia del cantante Angelo ha vissuto a lungo in Belgio). Alt rock e sperimentazione elettronica, gli anni '80 e l'amore per le distorsioni e per tutti gli emarginati della Terra. Rivelazione assoluta.

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Lorenzo BITW

In un anno senza club e in cui l'elettronica si apre a nuove (e vecchie) strade ed esperienze, il producer e dj Lorenz BITW è ormai una piacevole garanzia. Con Pantea mette assieme culti religiosi, storie misteriose e presenze celesti, celebrando un rituale a metà tra contemporaneità e esoterismo. Sarà che viene dall'eterna Roma, sarà che con lui nel disco suona un gruppo di nuovi e vecchi amici che sono alcuni dei nomi più interessanti degli ultimi tempi (FiloQ, Grindalf, Clap!Clap!, Danilo Menna, Coltreno, Shunaji, Rbsn). L'esito è che viene fuori un bel viaggio. 

Macao

Macao è stato un posto vitale per la cultura milanese degli ultimi anni. Sin dalla sua nascita, sotto forma di spettacolare occupazione di un grattacielo in città, e poi nei nove passati in una delle palazzine Liberty di viale Molise. Un'occupazione che proponeva un modello diverso di arte e cultura, di socialità e di relazioni. Nelle scorse settimane aveva annunciato l'addio (anzi, l'arrivederci) dopo un periodo complicato, in cui ci sono state tensioni, violenze, problemi con il "mondo esterno". Qua la lettera con cui hanno spiegato l'accaduto dal loro punto di vista. In quel posto si è fatta, tra le altre cose, tantissima ricerca e sperimentazione musicale, e mancherà molto. La promessa di tornare – altrove, forse non distante – rende un po' meno amara la fine di quell'esperienza.

Mace

Ed eccolo l'uomo che ha firmato il disco più bello del 2021 per noi. Simone Benussi in arte Mace ha fatto di tutto prima di arrivare a Obe, uno dei dischi più ascoltati oltre che più apprezzati dell'anno. Ha vissuto il rap da pioniere con il socio Jack the Smoker, fatto musica per un po' chiunque, sperimentato ogni tipo di suono (di ogni angolo del pianeta), animato la scena elettronica milanese per anni con il suo Reset, portato tra i primi le atmosfere della trap in Italia (nel 2013, altro che skrt skrt), seguito la cometa psichedelica ovunque lo portasse. Poi La canzone nostra, inno clamoroso che apriva l'anno, e un intero disco macinato da centinaia di migliaia di ascoltatori. Perché Obe rimette un sacco di cose a posto: riunisce una scena musicale che non esiste più, divisa dal successo e dagli interessi personali, ridà dignità alla nobile pratica del feat., tocca vette produttive inesplorate a queste latitudini. Sarà un riferimento per gli anni a venire.

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Madame

Dal 2017, con il debutto "choc" di Sciccherie, era chiaro che questa ragazza aveva qualcosa di speciale, che finalmente l'Italia avesse una rapper di livello mai visto fin qua. Non era invece ancora chiaro che Francesca fosse molto di più, un'autrice capace di raccontare il presente come pochi altri e di svariare tra i generi e gli stili narrativi. Il suo percorso di crescita e la sua esposizione mediatica in questi anni sono stati gestiti benissimo, lei ha avuto l'intelligenza di aspettare e nel 2021, con Voce, ha mortificato ogni possibilità di dubitare di lei e della sua grandezza.

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L'articolo 2021: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-01-04 15:48:00

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